Chi ha scritto Ashik Kerib. Consonanti morbide in russo. Come fare un'analisi fonetica di una parola

"ASHIK-KERIB"

Disposizione delle tensioni: "ASHI`K-KERI`B"

"ASHIK-KERIB". Fiaba turca, Lermont. record (1837) russo. traduzione di persone fiaba, diffusa in Transcaucasia, cfr. Asia e Medio Oriente. Il racconto è basato sul famoso storia popolare("marito al matrimonio della moglie"), il cui schema è una traccia. modo affermato da M. Azadovsky: "Il marito lascia, per la maggior parte forzatamente, la moglie (o lo sposo) e promette di aspettare un certo numero di anni... Alla moglie (sposa) viene portata la falsa notizia del morte del marito o dello sposo e costretto a sposarsi. L'eroe scopre in un modo o nell'altro il matrimonio imminente e si affretta a casa, il più delle volte con l'aiuto di potere magico. Al ritorno a casa, si traveste da mendicante, pellegrino o musicista e in questa forma entra nel banchetto di nozze, dove avviene il riconoscimento. La moglie riconosce il marito dalla sua voce o grazie all'anello che getta in una coppa di vino. "L'esempio classico più antico di questa trama è la storia del ritorno di Ulisse. Ciò include anche l'epica russa su Dobrynya e Alyosha, un numero di fiabe russe. Nell'artista. Lit-re, questa trama si trova nel racconto del "Decameron" di G. Boccaccio, nelle storie di G. de Maupassant "Il ritorno", M. Prevost (" De sire"), P. Feval ("La chanson de Poirier") e altri. La registrazione del racconto fu fatta da L. nell'autunno del 1837, forse a Tiflis, secondo M.F. Akhundov, da cui si suppone il poeta di aver preso lezioni di lingua tartara (azerbaigiana) (vedi la lingua "tartara" di L. nell'articolo) Girovagando per il Caucaso e la Transcaucasia, L. mostrò un interesse speciale per l'arte popolare.

Nel 1892 l'insegnante Makhmudbekov scrisse la stessa fiaba nella regione di Shamakhi dalle parole di Nar. la cantante Oruja in un modo diverso da Lermont. versione (pubblicata nella "Raccolta di materiali per la descrizione delle località e delle tribù del Caucaso", v. 13, Tiflis, 1892, p. XXIV, 173-229). M. Rafili ha attirato l'attenzione sul fatto che a Lermont. Gli azeri sono conservati nel testo. parole, e il loro significato è spiegato tra parentesi: aga (maestro), ana (madre), saaz (balalaika), gerursez (impara), ecc.; azerbaigian riprodotto. pronuncia in parole Tifliz, Ashik-Kerib. Il racconto contiene anche turco, arabo, armeno, iraniano. elementi. Khaderiliaz - i nomi combinati di Khizr e Ilias (profeta Elia) - spiegati da L. come S. Giorgio, e questo non è un errore del poeta, la confusione di Haderiliaz con San Giorgio si trova in Arm. e carico. folclore.

Il racconto è stato illustrato da: V. D. Zamirailo, A. A. Zemtsov, M. P. Klodt, E. G. Komarov, V. M. Konashevich, V. V. Lermontov, A. F. Lyutomskaya, A. P. Mogilevsky , V. Ya. Surenyants, I. M. Toidze, M. V. Ushakov-Poskochin, E. E. Lansere. La fiaba costituì la base delle opere di Z. Gadzhibekov "Ashug-Gharib" (prodotta nel teatro di Baku da G. Z. A. Tagiyev, 1916) e R. M. Glier "Shahsenem" (prodotta dal Teatro Bolshoi, 1938). Post del balletto B. V. Asafiev "Ashik-Kerib". 1941 Leningrado. Piccolo Teatro dell'Opera.

Una registrazione della fiaba "Ashik-Kerib" fu trovata tra le carte di L. e nel 1846 apparve nell'almanacco di V. A. Sollogub "Ieri e oggi" (Libro II). L'autografo è rimasto sconosciuto. e solo nel 1936 dalla collezione privata di A. S. Golitsyna entrò nell'IMLI. M. Gorky fu poi trasferito al Dipartimento dei manoscritti dell'IRLI (op. I, n. 53). Dal 1937 stampato per autografo.

Lett.: Semenov (5), p. 81-82; Semenov (6), pag. 75-78; Andronikov (2), p. 254; Andronikov (13), p. 379-98; Rafili M., L. e azerb. Lit-ra, "Operaio di Baku", 1939, 15 ottobre; Azadovsky (3), p. 448-54; Enikolopov I.K., Alla fiaba "Ashik-Kerib" L., nel libro: M. Yu. L., Ashik-Kerib. Tour. fiaba, Tb., 1941; Manuilov V. A., M. Yu. L. e il suo resoconto del racconto su Ashik-Kerib, nel libro: Ashik-Kerib. Sab. alla posta, balletto a Leningrado. stato acad. piccolo Teatro dell'opera, D., 1941, p.5-41; Andreev-Krivich (1), p. 269-75; Andreev-Krivic (4), p. 97-118; Popov A. V., M. Yu. L. nel primo esilio, Stavropol, 1949, p. 70-78; Popov (2), pag. 89-98; Mikhailov M. S., Sulla questione dello studio della lingua “tartara” da parte di M. Yu. L., nel libro: Turkological. Sabato, Vol. 1, M.-L., 1951, p. 127-35; Yakubova S., Azerbaigian. nar. leggenda "Ashyg-Gharib", Baku, 1968; Murzaev E. M., Anni di ricerca in Asia, M., 1973, p. 54; Daronyan S. K., "Ashik-Kerib" L. e braccio. documenti della leggenda, "Bollettino delle scienze sociali dell'Accademia delle Scienze dell'Arma. SSR", 1974, n. 4, p. 79-92.

V. A. Manuilov.


Fonti:

  1. Enciclopedia di Lermontov. cap. ed. V. A. Manuilov.- M.: " Enciclopedia sovietica", 1981.- 784 pagine con illustrazioni. In testa: Istituto di letteratura russa dell'Accademia delle scienze dell'URSS ( Casa Puškin). Comitato scientifico e editoriale della casa editrice.

L'opera "Ashik-Kerib" è una fiaba turca, scritta da M. V. Lermontov, essendo nel primo esilio nel Caucaso. Fu esiliato lì nel 1937 per la sua fatidica poesia "La morte di un poeta". Fu terribilmente colpito dalla morte insensata di A. S. Pushkin, e per questo incolpò l'intera nobiltà cospiratrice secolare insieme allo zar Nicola I. E ora, vivendo nel Caucaso tra bellissime cime e fiumi, nel tempo libero studia locali folclore. E non è affatto sorprendente che abbia sentito antica leggenda sull'amore che tutto il Caucaso, il Medio Oriente conosceva e non lo ha lasciato indifferente e lo ha ispirato a creare questa meravigliosa fiaba.

"Ashik-Kerib" inizia con il fatto che una volta nella città di Tiflis viveva un ricchissimo mercante turco. E aveva molto oro. Ma la sua ricchezza principale era la sua unica bellissima figlia di nome Magul-Megeri.

Una volta un povero vagabondo Ashik-Kerib vide questa bellezza e si innamorò immediatamente di lei. Ma era troppo povero per contare su una sposa simile. Tuttavia, aveva un grande cuore puro. Sapeva suonare il saz e glorificava gli antichi guerrieri del Turkestan nelle sue canzoni.

Non aveva quasi nessuna speranza di ottenere la mano della sua amata. E questo lo faceva sentire molto triste. E poi un giorno, mentre dormiva sotto il vigneto, Magul-Megeri passò con le sue allegre amiche. Una delle sue amiche balzò in piedi e cominciò a svegliare Ashik-Kerib con le parole: "Non è ora di dormire quando passa la tua gazzella". Il ragazzo si è immediatamente svegliato. E Magul-Megeri gli si avvicinò. Hanno iniziato a parlare. Ashik-Kerib le raccontò della sua tristezza e del suo amore per lei, rammaricandosi molto che suo padre non avrebbe mai sposato la sua amata figlia con un mendicante vagabondo. Ma Magul-Megeri disse che suo padre era molto ricco e l'avrebbe ricompensata con l'oro, che sarebbe bastato per due di loro. Lascia che sia lui a chiederle la mano. Ma Ashik-Kerib era un giovane orgoglioso e non voleva essere rimproverato in seguito per essere stato povero.

Sviluppo della trama

Dà la sua parola a Magul-Megeri che per sette anni esatti viaggerà in tutto il mondo e si arricchirà, e poi verrà sicuramente per lei. E se ciò non accade, allora è pronto a morire nel caldo deserto di una terra straniera. Magul-Megeri dovette essere d'accordo. Ma lei lo avvertì che se non fosse tornato all'ora stabilita, avrebbe sposato Kurshud-bek, che la corteggiava da molto tempo.

E poi Ashik-Kerib andò da sua madre, le chiese la benedizione, baciò sua sorella e se ne andò. Mentre lasciava la città, un cavaliere lo raggiunse. Era Kurshud-bek, che voleva viaggiare anche lui con lui. Tuttavia, quando si avvicinarono al fiume e Ashik-Kerib, togliendosi i vestiti, nuotò dall'altra parte, l'astuto Kurshud-bek non nuotò dietro di lui, ma, prendendo i vestiti del povero, galoppò via. Lo ha fatto per mostrare gli averi di Ashik-Kerib Magul-Megeri e di sua madre e convincerli così che il giovane era annegato. Tuttavia, la saggia Magul-Megeri non credeva alla sua storia e preferiva comunque aspettare il suo amante.

epilogo

Nel frattempo, il povero vagabondo attraversava una terra straniera e cantava alla gente per un pezzo di pane. Ma una volta nella città di Khalaf fu fortunato. Quando cantò con voce dolce nella caffetteria, glorificando la sua bella Megul-Megeri, fu ascoltato dal grande pascià, che fu ispirato dal suo canto e lo invitò a casa sua. Da quel momento in poi, giorno dopo giorno, piovvero addosso oro e argento. Cominciò a vivere felicemente e riccamente. E probabilmente ha dimenticato il suo Megul-Megeri, o forse no, ma il trimestre stava per finire e non sarebbe andato in viaggio. E Magul-Megeri ha deciso di ricordarlo a se stessa. Manda un piatto d'oro con un mercante di Tiflis (che aveva quaranta cammelli e 80 schiavi) a viaggiare per le città orientali e sfilare questo piatto finché non viene trovato il suo proprietario. E il proprietario finalmente l'ha trovato. Ashik-Kerib, vedendo il piatto, si ricordò di Megul-Megeri e si preparò urgentemente per partire. Ma all'improvviso si rese conto che non avrebbe avuto tempo e, per disperazione, pregò Allah e volle gettarsi dal dirupo. Ma all'improvviso vide un meraviglioso cavaliere su un cavallo bianco, che decise di aiutarlo e lo trasportò nel suo luogo natale in tempo. Come si è scoperto dopo, era lo stesso Haderiliaz.

Un lieto fine

Ora, essendo arrivato a Tiflis in tempo, Ashik-Kerib era preoccupato che la gente non gli credesse quando avessero saputo che era arrivato in città in un istante, perché nemmeno due mesi gli sarebbero bastati per arrivare qui. Allora il cavaliere gli diede una zolla di terra presa da sotto gli zoccoli del suo cavallo e gli disse di strofinare con essa gli occhi della cieca, e scomparve. Quando Ashik-Kerib arrivò a casa sua, ed era già sera, sua madre e sua sorella erano a casa. La madre era cieca dalle lacrime per il figlio e non vede nulla da sette anni. Le donne lasciarono entrare il vagabondo per passare la notte, ma non lo riconobbero come Ashik-Kerib.

Poi chiese il suo saaz, che era appeso al muro. Lasciando in pegno le monete d'oro, andò con lui alle nozze. Si scopre che Kurshud-bek ha organizzato un banchetto di nozze e sta già sposando Magul-Megeri. Quella notte sarebbe diventata sua moglie. Ma la sposa stessa non si è divertita. Era seduta in un ricco chapra con i suoi amici e teneva un pugnale in una mano e una ciotola di veleno nell'altra. Ma quando il viaggiatore cominciò a cantare e cominciò a raccontare nelle sue canzoni ciò che vedeva, riconobbe immediatamente la voce del suo Ashik-Kerib, tagliò il sipario e si precipitò dalla sua amata tra le sue braccia. La sorella, vedendo tutti questi eventi meravigliosi, corse e portò sua madre. E poi Ashik-Kerib, in modo che tutti credessero alle sue storie, ha imbrattato gli occhi della madre cieca con la terra, ha immediatamente riacquistato la vista e ha riconosciuto suo figlio.

Genere dell'opera "Ashik-Kerib"

Ebbene, cosa si può dire di tutto questo? La buona notizia è che "Ashik-Kerib" è una favola lieto fine, dove la madre ha ritrovato suo figlio, la sorella - suo fratello, la sposa - lo sposo. E Kurshud-bek Ashik-Kerib si offrì di sposare sua sorella minore Magul-Megeri, che non era meno bella della maggiore. E in un attimo tutti gli eroi di questa bellissima fiaba sono diventati felici. Il genere favoloso dell'opera "Ashik-Kerib" parla già da solo.

Basato su questo tipo trama, Lermontov inscrive in essa componenti che sono molto caratteristici di una fiaba. Ci sono positivi, donatori e aiutanti, miracoli e avventure. Lermontov ha mantenuto tutti i canoni favolosi e si è rivelato magnifico con un tocco sottile sapore orientale opera "Ashik-Kerib". Questo racconto fu pubblicato dopo la morte del poeta nella raccolta "Ieri e oggi" di V. A. Sologub nel 1846. Poi le figure della cultura si interessarono molto a lei. Popoli caucasici. A loro è piaciuto molto il facile genere narrativo funziona "Ashik-Kerib", e poi si è deciso di tradurlo in lingue differenti: Azero, armeno, georgiano, cabardiano e altri.

"Ashug-Gharib"

Il genere dell'opera "Ashik-Kerib" è presentato come un altro adattamento folcloristico di Lermontov leggende popolari e miti, a cui era molto affezionato in quel momento. È probabile che si tratti di una sorta di dastan azerbaigiano, un'arte speciale di raccontare storie epiche. Presumibilmente "Ashik-Kerib" è una fiaba turca, in ogni caso è così che l'ha definita lo stesso poeta. E inizialmente, molto probabilmente, aveva il nome "Ashug-Gharib". La parola "ashik-ashug" significa "cantante folk", saaz - strumento musicale, ma la parola "kerib-garib" significa "povero vagabondo". Mikhail Lermontov ha trasformato "Ashik-Kerib" in una meravigliosa creazione della letteratura fiabesca russa, che i discendenti leggono ancora oggi.

Molto tempo fa, nella città di Tifliz, viveva un ricco turco; Allah gli ha dato molto oro, ma la sua unica figlia Magul-Megeri era più preziosa dell'oro: le stelle in cielo sono buone, ma gli angeli vivono dietro le stelle, e sono anche migliori, quindi Magul-Megeri era migliore di tutti gli altri ragazze di Tifliz. C'era anche il povero Ashik-Kerib a Tiflis; il profeta non gli diede altro che un cuore alto e il dono dei canti; suonare il saaz [balalaika turco<кая>] e glorificando gli antichi cavalieri del Turkestan, si recava ai matrimoni per divertire i ricchi e i felici; - a un matrimonio vide Magul-Megeri e si innamorarono l'uno dell'altro. C'erano poche speranze che il povero Ashik-Kerib ricevesse la sua mano - e divenne triste, come un cielo invernale.

Una volta giaceva nel giardino sotto la vigna e finalmente si addormentò; in quel momento stava passando davanti a Magul-Megeri con i suoi amici; e uno di loro, vedendo l'ashik [suonatore di balalaika] addormentato, rimase indietro e gli si avvicinò: "Perché dormi sotto la vigna", cantava, "alzati, pazzo, la tua gazzella sta passando"; si svegliò: la ragazza volò via come un uccello; Magul-Megeri sentì la sua canzone e cominciò a rimproverarla: "Se sapessi", rispose, "a chi ho cantato questa canzone, mi ringrazieresti: questo è il tuo Ashik-Kerib"; "Portami da lui", disse Magul-Megeri; e se ne andarono. Vedendo il suo volto triste, Magul-Megeri cominciò a interrogarlo e consolarlo; "Come posso non essere triste", rispose Ashik-Kerib, "ti amo e non sarai mai mio". "Chiedi la mia mano a mio padre", disse, "e mio padre festeggerà il nostro matrimonio con i suoi soldi e mi ricompenserà così tanto che noi due la otterremo". "Molto bene", rispose, "supponiamo che Ayan-Aga non rimpiangerà nulla per sua figlia".<ер>E; ma chissà che poi non mi rimprovererai di non avere nulla e di doverti tutto; - no, caro Magul-Megeri; Ho fatto un voto all'anima mia; Prometto di viaggiare per il mondo per 7 anni e di arricchirmi, o di morire in deserti lontani; se sei d'accordo, alla fine del mandato sarai mio. - Ha accettato, ma ha aggiunto che se non fosse tornato il giorno stabilito, sarebbe diventata la moglie di Kurshud-bek, che la corteggiava da molto tempo.

Ashik-Kerib venne da sua madre; prese la sua benedizione per strada, baciò la sorellina, gli appese la borsa sulle spalle, si appoggiò al bastone del viandante e lasciò la città di Tifliz. E poi il cavaliere lo raggiunge, - guarda - questo è Kurshud-bek. “Buon viaggio”, gli gridò il bek, “ovunque tu vada, vagabondo, io sono tuo compagno”; Ashik non era contento del suo compagno, ma non c'era niente da fare; Camminarono a lungo insieme, finalmente videro un fiume davanti a loro. Nessun ponte, nessun guado; "Nuota avanti", disse Kurshud-bek, "ti seguirò". Ashik si tolse il vestito esterno e nuotò; dopo aver attraversato, guarda indietro - guai! O Onnipotente Allah! Kurshud-bek, prendendo i suoi vestiti, tornò al galoppo a Tiflis, solo la polvere si arricciava dietro di lui come un serpente attraverso il campo liscio. Dopo aver galoppato a Tiflis, il bek porta l'abito di Ashik-Kerib alla sua vecchia madre: "Tuo figlio è annegato in un fiume profondo", dice, "ecco i suoi vestiti"; con un'angoscia indicibile, la madre si gettò sui vestiti del suo amato figlio e cominciò a versare su di essi lacrime calde; poi li prese e li portò alla sua sposata nuora, Magul-Megeri. “Mio figlio è annegato”, le disse, “Kurshud-bek ha portato i suoi vestiti; sei libero". Magul-Megeri sorrise e rispose: “Non crederci, queste sono tutte invenzioni di Kurshud-bek; prima dello scadere dei 7 anni nessuno sarà mio marito”; prese il suo saaz dal muro e cominciò con calma a cantare la canzone preferita del povero Ashik-Kerib.

Nel frattempo, un vagabondo arrivò scalzo e nudo in un certo villaggio; brava gente lo vestì e lo nutrì; per questo cantò loro canzoni meravigliose; così passò di villaggio in villaggio, di città in città: e dovunque si diffuse la sua fama. Alla fine arrivò a Khalaf; come al solito andò al caffè, chiese un saaz e cominciò a cantare. A quel tempo viveva a Khalaf un pascià, un grande cacciatore di prostitute: gli furono portate molte - non gli piaceva nessuna; le sue ciotole erano esaurite, correndo per la città: all'improvviso, passando davanti al caffè, sentono voce straordinaria; andarono lì: "Vieni con noi dal grande pascià", gridarono, "o ci rispondi con la testa". "Sono un uomo libero, un vagabondo della città di Tifliz", dice Ashik-Kerib; - Voglio andare, non voglio; Canto quando devo, e il tuo pascià non è il mio capo”; tuttavia, nonostante ciò, fu sequestrato e portato davanti al Pascià. "Canta", disse il pascià, e cantò. E in questa canzone ha elogiato il suo caro Magul-Megeri; e all'orgoglioso pascià piacque così tanto questa canzone che lasciò con sé il povero Ashik-Kerib. Argento e oro piovevano su di lui, ricche vesti risplendevano su di lui; Ashik-Kerib iniziò a vivere felicemente e allegramente e divenne molto ricco; ha dimenticato o meno il suo Magul-Megeri, solo non lo so<ко> il termine stava per scadere, l'ultimo anno stava per finire e non si preparava alla partenza. La bella Magul-Megeri cominciò a disperarsi: a quel tempo, un mercante con un kervan di Tifliz stava partendo con quaranta cammelli e 80 schiavi: lei chiama il mercante e gli dà un piatto d'oro: "Prendi questo piatto", dice , “e in qualunque città tu venga, metti questo piatto nella tua bottega e annuncia ovunque che chiunque riconoscerà il mio piatto come proprietario e lo dimostrerà, lo riceverà e, inoltre, il suo peso in oro. Il mercante partì, ovunque eseguì le istruzioni di Magul-Megeri, ma nessuno si riconobbe come il proprietario del piatto d'oro. Aveva già venduto quasi tutti i suoi beni ed è venuto con il resto a Khalaf: ha annunciato ovunque l'ordine di Magul-Megeri. Sentendo questo, Ashik-Kerib corre al caravanserraglio e vede un piatto d'oro nella bottega di un commerciante di Tiflis. "Questo è mio", disse, afferrandolo con la mano. “Esattamente tuo”, disse il mercante: “Ti ho riconosciuto, Ashik-Kerib: vai a Tiflis il prima possibile, il tuo Magul-Megeri ti ha ordinato di dirti che il termine sta scadendo, e se non ti presenti nel giorno stabilito, poi ne sposerà un altro»; - disperato, Ashik-Kerib gli afferrò la testa: mancavano solo 3 giorni all'ora fatidica. Tuttavia, montò a cavallo, prese con sé un sacco di monete d'oro e partì al galoppo, senza risparmiare il cavallo; Alla fine, il corridore esausto cadde senza vita sul monte Arzingan, che si trova tra Arzinyan e Arzerum. Cosa doveva fare: da Arzignan a Tifliz, a due mesi di distanza, e restavano solo due giorni. "Allah Onnipotente", esclamò, "se non mi aiuti, allora non ho niente da fare sulla terra"; e vuole gettarsi da un'alta rupe; all'improvviso vede sotto un uomo su un cavallo bianco; e sente una voce forte: "Oglan, cosa vuoi fare?" "Voglio morire", rispose Ashik. "Scendi qui, se è così ti ammazzo." Ashik in qualche modo è sceso dalla scogliera. "Seguimi", disse minacciosamente il cavaliere; "Come posso seguirti", rispose Ashik, "il tuo cavallo vola come il vento e io sono gravato da una borsa"; - "È vero; appendi la tua borsa sulla mia sella e seguimi”; - Ashik-Kerib è rimasto indietro, non importa quanto abbia provato a correre: "Perché sei in ritardo", ha chiesto il cavaliere; "Come posso seguirti, il tuo cavallo è più veloce di quanto pensassi e io sono già esausto." "Vero, siediti sul dorso del mio cavallo e dì tutta la verità, dove devi andare." - "Se solo potessi arrivare ad Arzerum questo pomeriggio", rispose Ashik. - "Chiudi gli occhi"; ha chiuso. "Ora aperto"; - Ashik guarda: le mura davanti a lui sono bianche e i minareti di Arzrum brillano. “Mi dispiace, Aga”, ha detto Ashik, “ho fatto un errore, volevo dire che devo andare a Kars”; - “Lo stesso”, rispose il cavaliere, “ti avevo avvertito di dirmi la verità assoluta; chiudi di nuovo gli occhi, ora apri”; - Ashik non crede che questo sia Kars: cadde in ginocchio e disse: “Colpevole, Aha, il tuo servitore Ashik-Kerib è colpevole tre volte: ma tu stesso sai che se una persona decide di mentire al mattino, lui Devo mentire fino alla fine della giornata: ho davvero bisogno di andare a Tiflis. “Che infedele sei”, disse con rabbia il cavaliere, “ma non c'è niente da fare: ti perdono: chiudi gli occhi. Ora aprilo", aggiunse dopo un minuto. Ashik gridò di gioia: erano alle porte di Tiflis. Portando la sua sincera gratitudine e prendendo la borsa dalla sella, Ashik-Kerib disse al cavaliere: “Aha, certo, la tua buona azione è grande, ma fai ancora di più; se ora vi dico che in un giorno sono arrivato da Arzignan a Tiflis, nessuno mi crederà; dammi qualche prova." " Chinati ", disse sorridendo, " prendi una zolla di terra da sotto lo zoccolo del cavallo e mettitela nel seno: e poi, se non credono alla verità delle tue parole, allora portati un cieco donna che è in questa posizione da sette anni», ungi i suoi occhi e vedrà». Ashik prese un pezzo di terra da sotto lo zoccolo cavallo bianco, ma non appena alzò la testa, il cavaliere e il cavallo scomparvero; allora si convinse nel suo animo che il suo protettore altri non era che Haderiliaz [St. Giorgio)].

Daronyan Sergey Karpovich, critico letterario, dottore in filologia

Nel 1837, durante il periodo del primo esilio nel Caucaso, M. Yu Lermontov ascoltò e scrisse una delle varianti del dastan orientale (poesia, leggenda), che chiamò la fiaba "Ashik-Kerib". Fu pubblicato per la prima volta dopo la morte del poeta nella raccolta di V. A. Sollogub "Ieri e oggi" (1846).

Già negli anni '50 e '60. del secolo scorso, la registrazione di Lermontov attirò l'attenzione delle figure culturali dei popoli caucasici. Tra i primi ad interessarsi a lei ci fu Stepanos Nazaryan (1812-1872), professore all'Istituto Lazarevskij di lingue orientali. Nel 1857 pubblicò un libro da leggere a Mosca, dove includeva la sua traduzione di "Ashik-Keriba" in armeno (1). Nota che questa è la prima traduzione della fiaba di Lermontov in altre lingue. Dopo di lui furono pubblicate a Tiflis le traduzioni cabardiana (1864) e georgiana (1865).

La traduzione di Nazaryan è accurata, non contiene deviazioni significative dal testo di Lermontov, tuttavia, il sottotitolo non è "Turkish Tale", come nell'originale, ma "Unfortunate Lover". Il nome dell'autore non è specificato. Nazaryan, a quanto pare, è partito dal fatto che il racconto è noto agli armeni come “suo”, e questo gli ha dato l'opportunità di adattare il testo al lettore armeno. Molte parole turche e realtà della religione musulmana sono armenizzate nella traduzione, ma è interessante notare che il nome “Khaderiliaz (San Giorgio)” è preservato. Di seguito vedremo che questo è un dettaglio molto significativo per chiarire la fonte della voce di Lermontov. Nella traduzione armena, tutti i nomi degli eroi della fiaba e nomi geograficiè rimasto invariato, e solo al posto di "Turkestan" c'è "Tachkastan" ("Turchia").

Un tempo sorsero controversie attorno a questa parola nel testo di Lermontov. S. A. Andreev-Krivich credeva che il Turkestan dovesse essere inteso come Turkmenia e che questo posto nei documenti di Lermontov risalisse alla versione turkmena del dastan ("Shasenem e Garyp") (2). I. L. Andronikov ha sottolineato l'incoerenza di tale affermazione, concordando con l'opinione di Acad. V. A. Gordlevsky e altri eminenti turkologi, che credevano che Lermontov stesse parlando della Turchia ("Turkestan" dovrebbe essere inteso come "il paese dei turchi" per analogia con "Daghestan", "Anastan", ecc.). E il contenuto stesso del racconto, come nota giustamente Andronikov, suggerisce la seguente interpretazione: l'eroina è una donna turca, in Turchia si svolgono numerosi eventi (3).

Sorsero disaccordi anche sul luogo e sulle fonti della registrazione Ashik-Keriba. Queste domande sono complesse e dovrebbero essere studiate mediante gli sforzi collettivi degli studiosi, dei folcloristi e degli orientalisti di Lermontov. La loro soluzione è ulteriormente complicata dal fatto che i ricercatori hanno a loro disposizione l'unica versione pubblicata più completa del dastan - quella azera (4) - e la rivisitazione delle versioni georgiana (5) e armena (6). Inoltre, sono tutti successivi alla registrazione di Lermontov. Tuttavia, gli scienziati hanno cercato di comprendere questi problemi.

Già V. A. Manuilov ha attirato l'attenzione sull'eterogeneità genetica del testo della fiaba di Lermontov. Sulla base della versione di R. R. Orbeli, ha scoperto che alcuni motivi della versione armena si riflettevano nella nota di Lermontov. Qui l'eroina, a differenza di altre varianti, manda con il mercante in terra straniera non un anello o una ciotola, ma un piatto. "IN questo caso- ha scritto Manuilov, - lui (Lermontov - S. D.) segue la versione armena. Confutando il giudizio del folclorista Vs. Miller che la confusione dei nomi – il musulmano Khidir-Iliaz (7) e il cristiano St. George - fu presumibilmente un errore di Lermontov, Manuilov notò che questa confusione "si riscontra tra gli armeni e in questo caso non si tratta di un errore di Lermontov o del suo narratore, ma di un certo armenismo" (8). Allo stesso tempo, si basava sull'opinione orale di noti orientalisti - membri corrispondenti dell'Accademia delle scienze dell'URSS N. K. Dmitriev e E. E. Bertels (9).

Nazaryan nella sua traduzione di "Ashik-Keriba" mantenne entrambi i nomi, come quello di Lermontov, e non lo fece meccanicamente: "St. Giorgio" tradusse - "S. Gevorg". Nazaryan fu un ottimo conoscitore degli insegnamenti religiosi (nel 1853 pubblicò a Mosca il "Catechismo" in armeno).

Successivamente, Andronikov si unì alla conclusione di Manuilov e già sulla base del confronto di tre versioni del dastan (azerbaigiano, armeno e georgiano) trasse nuove importanti conclusioni. Discutendo con quei ricercatori che credono che Lermontov abbia ascoltato e scritto la fiaba "Ashik-Kerib" in Shemakha (10), Andronikov numerosi esempi ha dimostrato che "la presentazione di Lermontov differisce in modo significativo dal testo della fiaba registrata nella regione di Shamakhi", che "i nomi nelle fiabe non coincidono", che "solo un episodio in Lermontov coincide completamente con la versione di Shamakhi a noi nota - il ritorno di Ashik-Kerib a Tiflis, dall'incontro con un meraviglioso cavaliere alla conversazione con una madre cieca” (11). Inoltre, l'episodio nominato, come affermato nella nota alla pubblicazione di Makhmudbekov, è stato preso in prestito "letteralmente dalla versione di Lermontov di questo racconto, poiché quest'ultimo è completamente identico in questo luogo con la versione di Ashik Oruj". Inoltre, nel testo successivo di questa pubblicazione troviamo parafrasi della fiaba di Lermontov. Facciamo solo un esempio. Nella versione di Makhmudbekov leggiamo: “Quando mia madre era incinta di me e soffriva per il parto, e i vicini chiesero a mia nonna se Dio le avesse dato un figlio o una figlia, lei rispose: indi gyorarsan (ora vedrai). E da allora sono stato chiamato con questo nome, - ha spiegato Kerib. Da Lermontov: “Quando mia madre era incinta di me e soffriva per il parto, molti vicini vennero alla porta per chiedere se Dio le avesse dato un figlio o una figlia: fu loro risposto - shindi-gerursez (lo scoprirai presto). E per questo, quando sono nato, mi hanno dato questo nome" (12). Crediamo anche che l'ortografia del nome dell'eroe (“Kerib”) nella pubblicazione del 1892 sia stata presa in prestito dalla nota di Lermontov: nella trascrizione russa, questo nome (in relazione alla versione azera) è scritto “Karib” o “Gharib” (13 ).

Andronikov sottolinea la vicinanza alla documentazione di Lermontov delle versioni georgiana e armena della leggenda. "...La trascrizione di Lermontov", scrive, "diverge da tutte le comuni varianti azerbaigiane, inclusa Shamakhi, e risulta essere più vicina alle versioni georgiana e armena" (14). Dopo un'analisi approfondita di tutte e tre le versioni, Andronikov giunge alla conclusione principale: “Diventa quindi abbastanza chiaro che Lermontov ha scritto quella versione della fiaba su Ashik-Keriba, che rifletteva notevolmente elementi non solo armeni, ma anche georgiani folclore. La compenetrazione di elementi georgiani, armeni e azeri nel folklore transcaucasico è molto significativa. Ma è sempre stato il più forte di tutti, fin dai tempi antichi, insieme a Lingua georgiana Il discorso armeno e azero era ampiamente diffuso: a Tiflis, nei quartieri della Città Vecchia. Pertanto, si deve pensare che Lermontov abbia sentito questa storia a Tiflis” (15). A favore di quanto detto, Andronikov avanza i seguenti importanti argomenti: “Nel frattempo, è già stato chiarito che la confusione dei nomi di Khidir-Iliaz e San Giorgio avviene costantemente, ma non in azero, ma in armeno e Folklore georgiano." E ancora: “L'identificazione di Khidriliaz con il cristiano “san” Giorgio, del tutto naturale nel folklore dei georgiani e degli armeni associati a Chiesa cristiana, sarebbe meno compreso nel folklore dell'Azerbaigian musulmano. Pertanto, l’ipotesi che Lermontov abbia ascoltato e scritto questo racconto a Tiflis non è indebolita, ma, al contrario, è rafforzata da queste nuove considerazioni” (16).

Quindi, secondo Andronikov, Lermontov ha scritto "Ashik-Keriba" a Tiflis, il suo testo è più vicino alle versioni armena e georgiana. Per quanto riguarda le parole e le espressioni azerbaigiane (più precisamente turche comuni) lasciate da Lermontov per la colorazione, è nota l'origine turco-Oguz del dastan (17). Lo stesso Lermontov chiama il racconto "turco" (18). Questa leggenda è arrivata agli armeni e ai georgiani come risultato della comunicazione con il popolo azerbaigiano.

La leggenda su Ashug-Kharib (Ashug-Karib) esiste in Georgia sin dai tempi di Sayat-Nova (XVIII secolo), e forse anche prima. Ciò è evidenziato dalle canzoni del grande ashug, così come dalla presentazione in armeno della leggenda, pubblicata a metà del secolo scorso e non coinvolta nei lavori sulla fiaba di Lermontov. Questa registrazione è stata fatta a Tiflis da Gevorg Hakhverdyan (1818-1861) (19), un ricercatore e il primo editore delle canzoni di Sayat-Nova.

Sayat-Nova, che ha scritto contemporaneamente in armeno, georgiano e azerbaigiano e ha viaggiato molto in giro per il mondo, ha spesso utilizzato immagini e motivi folcloristici in entrambe le canzoni. Popoli orientali, comprese le immagini della leggenda su Ashug-Kharib (20). Nella canzone armena "Ascolta: le mie parole sono intrise di una preghiera, o luce degli occhi ..." (1758),. rivolgendosi alla sua amata, il poeta dice:

Օխարն աարի էլ ման գու քամ սազն ձիռիս Ղառիրի պես՝
Բութա Շահսանամս դուն իս, էլ չունիմ օչով, աչկի լուս:
Per sette anni ho vagato con un saz in mano, come Kharib,
Tu sei il mio Shahsanam e non ce n'è altro, o luce degli occhi!

Commentando queste righe, afferma Hakhverdyan riepilogo leggende (21). Di seguito riportiamo questa rivisitazione nella nostra traduzione, chiamandola condizionatamente "ASHUG-KARIB":

“Kharib (낡րր) (22) - Ashug-Karib (ַָւ-֡ր̢). Secondo la leggenda di questo paese, è innamorato di una ragazza di nome Shahsanam e vuole sposarla. Ma la bellezza, non credere nei sentimenti giovane cantante, richiede per una prova d'amore che Carib vada in giro per sette anni, ma lei stessa dà la sua parola di rimanergli fedele e di attendere pazientemente il suo ritorno. Costretto ad essere d'accordo con questo, l'Ashug appende il suo amato saz al muro, triste e triste, va all'estero - Alep, Egitto, Istanbul, e dopo sette anni, gioioso, torna indietro. Nella città di Kars ha un sogno: come se domani il suo Shahsanam stesse organizzando un matrimonio con un'altra persona. Terrorizzato, si sveglia, lascia Kars e miracolosamente arriva nella sua città natale(Tiflis?) (23). In casa sua viene scambiato per un estraneo e non viene riconosciuto dalla madre, accecata da lacrime ardenti. Chiede supplichevolmente di poter suonare il saz appeso al muro e, per calmare il suo cuore, canta le sue canzoni tristi. La vecchia, non potendo più sopportare la voce straziante dell'ospite, gli dice: “Figliolo, oggi è un giorno di lutto per me, e tu giochi in casa mia durante il saz. Lo Shahsanam della mia Kariba, che gli è rimasta fedele fino ad oggi, ha perso ogni speranza di vedere il suo amante, e ora stasera si sposerà con il figlio del nostro vicino Shahvelad, e poiché tu hai un tale dono, vai lì al matrimonio, almeno guadagnerai un po' di soldi. . Carib, senza aspettare la ripetizione di queste parole, prende con sé un saz e viene nella casa dove si sta celebrando il matrimonio. Ashug e matrimonio! Accettato con onore, comincia a cantare. Shahsanam, sentendo a malapena la voce della sua amata, salta in piedi, lascia Shahvelad e si getta sul petto dell'ashug con le parole: "Il mio Karib è tornato, io gli appartengo!".

Certo, è difficile giudicare, ma questo breve rivisitazione sulla tradizione in generale. Hakhverdyan, a quanto pare, lo ha scritto a memoria, e questo è stato abbastanza per spiegare la parola "Kharib" nella canzone di Sayat-Nova. Ma cosa c'è di interessante nel suo record? Questa è la prima pubblicazione della trama della leggenda, che esisteva a Tiflis tra armeni e georgiani. Presta attenzione alla prima frase di Hakhverdyan: “Secondo la leggenda di questo paese…”. Per "questo paese" si dovrebbe intendere la Georgia, la città natale di Sayat-Nova. Di conseguenza, questa tradizione è conosciuta qui da molto tempo e, a quanto pare, molto prima di Sayat-Nova.

Nella rivisitazione di Hakhverdyan, così come nella nota di Lermontov, si notano tracce della "compenetrazione di elementi georgiani, armeni e azeri" caratteristica della realtà di Tiflis (I. Andronikov), come menzionato sopra. È interessante notare che Hakhverdyan dà in parallelo due pronunce del nome ashug: armeno (Kharib) e georgiano e azero (Karib), poi lascia "Karib" - "secondo la leggenda di questo paese". Nella versione di A. Bliadze troviamo anche "Carib". Lermontov scrive diversamente: "Kerib" e "Karib".

Nella canzone armena di Sayat-Nova, nella rivisitazione di Hakhverdyan, nelle versioni azera, georgiana (A. Bliadze) e armena (A. Sujayan), il nome dell'eroina è Shahsanam (Shah-Sanam). L'avversario di Ashug nelle versioni di A. Bliadze e A. Sujayan si chiama Shah-Valat, nella voce di Hakhverdyan - Shahvelad (più vicino all'Azero - Shah-Veled). Ma il narratore di Lermontov in un'occasione fece scivolare la lingua e invece di "Kurshud-bek" disse "Shah-Valat". Notando questo lapsus, Lermontov lo corregge in "Kurshud-bek". Andronikov giunge alla conclusione corretta che il narratore "era a conoscenza di questo racconto in diverse versioni" (24). In diverse versioni nazionali, il che è associato anche alla sua esistenza nel Tiflis “multilingue”.

Un'altra pubblicazione sottolinea la prevalenza di "Ashug-Kharib" tra la popolazione armena della Georgia. Nel 1885 esce a Tiflis grande compilazione armeno canzoni folk, fiabe, leggende, proverbi, detti e indovinelli, compilati da un importante collezionista di folklore Gevorg Ter-Alexandrian. Nella prefazione afferma di aver lavorato a questo libro per 26 anni. Il libro include anche "Ashug-Kharib". La nota dice: “Questo racconto è una trascrizione basata sulla leggenda riportata da G. Hakhverdyan (Sayat-Nova, 1852, pp. 59 e 60), e sul racconto “Ashik-Kerib” del poeta russo Lermontov” (25) . Naturalmente, un testo così "consolidato" non ha un significato scientifico particolare, ma non può essere escluso quando si determina il luogo di registrazione e le fonti dell '"Ashik-Keriba" di Lermontov.

Ma forse la più interessante delle versioni della leggenda che in precedenza non aveva attirato l'attenzione degli studiosi di Lermontov è la voce fatta durante la vita di Lermontov e pubblicata solo in Anni sovietici. Appartiene alla penna di Khachatur Abovyan (1809-1848), il grande educatore e scrittore armeno.

Nel luglio 1836, dopo essersi laureato all'Università di Dorpat, Abovyan tornò a Tiflis. A settembre qui fu aperta una scuola provinciale e nel febbraio 1837 Abovyan assunse l'incarico di sovrintendente a tempo pieno di questa scuola (26). Intorno al 1840 scrive in Tedesco articolo, che è condizionatamente chiamato "Spirituale armeno e musica folk". Fu inviato all'Accademia delle Scienze di San Pietroburgo, ma per qualche motivo non fu pubblicato durante la vita dell'autore, come la maggior parte delle sue opere (27).

Descrivendo il lavoro di cantanti e musicisti folk armeni (ashugs), Abovyan ha scritto: “Maestri speciali eseguono romanzi d'amore, ballate, epopee eroiche, leggende sui vagabondaggi dei cantanti. Lo considerano affari loro. Molti di loro sono poeti e cantanti dotati, e alcuni sono veri e propri geni. Stanno indossando Nome tartaro ashik (Aзcheg), che ha un suo significato, di cui parlerò più avanti. Questi sono una sorta di rapsodi erranti medievali (Minnesanger): vagano per il mondo, accompagnati dai loro studenti ... ”Cioè, stiamo parlando di cantanti erranti. Inoltre, Abovyan racconta quale impressione ha avuto arti dello spettacolo Cantanti folk di Ashug. “Fino ad ora”, dice, “nessuna musica mi ha emozionato così tanto, ispirato così tanto, evocato una gamma così diversificata di sentimenti ed esperienze come la loro musica. Ho avuto molte occasioni di osservare la stessa eccitazione emotiva tra gli ascoltatori riuniti, e fino a un punto tale che non ho mai visto nulla di simile nemmeno tra gli ascoltatori europei - né a teatro, dove vengono rappresentate opere magnifiche e incantevoli, né ai raduni, dove sorprendenti voci elaborate eseguono bellissime opere d'arte.

Abovyan racconta in dettaglio il repertorio degli ashug, la diversità tematica del loro lavoro. Ma individua soprattutto storie d'amore romantiche e ne dà le caratteristiche tipologiche. Di solito vengono chiamati con il nome degli eroi. “Il cantante”, scrive Abovyan, “inizia con la storia della loro vita: parla della sua terra natale, della sua sorte giovanile, e, continuando così, arriva al punto in cui le anime e i cuori degli innamorati cominciano a fondersi in un tutto unico. Esprimono alternativamente i loro desideri e sentimenti, a volte con poesie, a volte con canzoni. Ma questa grazia meravigliosa non viene loro data subito, senza meriti, avventure, difficoltà. Il giovane deve partire per vagare per il mondo e, in onore della bellezza, realizzarne qualcuno atto eroico. In una parola, prima deve essere separato dalla sua amata. Belle, meravigliose sono quelle parole di riconoscimento, di benedizione, di giuramento amore eterno e fedeltà, che si dicono quando si separano. Il giovane, secondo l'espressione dell'ispirato cantante, si stacca dal seno della fanciulla, monta a cavallo e si fa strada verso la tempesta della vita. Avventure reali e irreali, montagne e gole, sorgenti e campi: questo è ciò di cui canta con entusiasmo: salvino e preservino la sua amata, alleggeriscano i suoi passi fino al suo ritorno, ecc. Ma il velo più bello di tutta questa leggenda immaginaria è rivelato dal ritorno dell'eroe, che avviene inaspettatamente e spesso in un momento di disperazione, quando gli innamorati raggiungono finalmente la meta desiderata o sono costretti a rinunciarvi per sempre.

Come i migliori esempi delle opere di cantanti folk, Abovyan riassume due romantiche storie di canzoni d'amore: su Kharib e Kyaram. Di seguito riportiamo nella nostra traduzione il primo di essi, chiamandolo condizionatamente "ASHUG-KHARIB":

“Il cantante Harib (der Sanger Gharib) che vive vicino a Tiflis si innamora di Ghulbahar. Separandosi da lei e dalla madre, lascia loro il suo saz (Ssas), sul quale, a parte lui, nessuno può e non deve giocare. Questo dovrebbe essere controllato al suo ritorno quando chiede il suo saz e prova a suonarlo. Come sopra, parte per 7 anni per vagare per il mondo. Non conosco le sue avventure. Ma sua madre e la sua amata per tutto questo tempo languono di dolore e tristezza. Gli anni passano presto e un altro corteggiatore vuole possedere con la forza la ragazza. E da Kharib nessuna parola, nessuna notizia. Alla fine videro un mercante che si stava dirigendo verso il paese dove avrebbe dovuto essere Kharib. Toccanti sono le preghiere con cui la madre e l'amato supplicano il mercante di informare Kharib che tra 7 giorni la sua amata dovrebbe andare da un altro. Il mercante promette in versi di esaudire i loro desideri e fa di tutto per trovarlo. In tutte le città organizza feste, cercando così di invitare a lui un cantante. E poi una sera lo incontra ad Aleppo (Haleb). La poesia informa del pericolo che lo minaccia. Il cantante lascia immediatamente questa città e dona tutte le sue ricchezze al mercante per la sua ansia e diligenza. Ma come arrivare da Aleppo a Tiflis?! Qui prende un saz e invoca San Sarkis (den Heiligen Sargis), che aiuta in momenti così difficili. Appare un veloce cavaliere su un cavallo grigio, gli ordina di chiudere gli occhi e di sedersi sul suo cavallo. Quando apre gli occhi, vede che si trova su una montagna familiare, non lontano da Tiflis. Il santo scompare e dietro di lui si sentono parole di lode e di gratitudine. Ricomincia a lodare la sua patria. E nella casa della sua amata c'è già un matrimonio e un grande dolore: la madre di Kharib era accecata dalle lacrime. Entra nella stanza dove sono seduti gli ospiti, si presenta e chiede il suo saz. Dopo molta persuasione, finalmente, glielo danno. Non appena tocca le corde, la ragazza dietro la tenda riconosce una voce familiare. Chi può descrivere l'entusiasmo che colse i due innamorati e sconvolse tutto! Con canti e giubilo, si precipitano l'uno nelle braccia dell'altro. E l'intera immagine si trasforma immediatamente in gioia e divertimento.

A quanto pare anche Abovyan ha scritto questa leggenda a memoria. Ma la sua rivisitazione è molto più dettagliata e, soprattutto, questa è una versione diversa rispetto al record di Hakhverdyan ed è più vicina alla fiaba di Lermontov.

Nella presentazione di Abovyan, vengono nominati solo due nomi degli eroi, il resto dei personaggi è senza nome e alcuni sono completamente assenti (ad esempio, la sorella Kharib). Il nome dell'eroe è Kharib, è un ashug (cantante) - dalla parola tartara (azerbaigiana) "ashik" (Abovyan lo stabilisce).

Ashik-Gharib è un concetto collettivo che è diventato il vero nome dell'eroe del dastan. Non è un caso che né nel racconto di Lermontov, né nella rivisitazione di Abovyan, né in altre versioni, sia indicata la sua nazionalità, a differenza dell'eroina. Questa è un'immagine generalizzata di un cantante folk-vagabondo. Ecco perché la leggenda di Ashik-Gharib è entrata organicamente nel folklore di molti popoli del Caucaso, dell'Asia centrale e del Medio Oriente. Ricordiamo che nella citata canzone Sayat-Nova, questo "re degli inni", si paragonò a Kharib e paragonò la bellezza della sua amata con la bellezza di Shahsanam. Erano nomi simbolici per lui, come Leyli e Majnun, Farhad e Shirin e altre immagini di racconti epici orientali.

La generalizzazione dell'eroe è enfatizzata anche nel racconto di Lermontov, il suo nome viene enfatizzato (in una conversazione con una madre cieca che prende suo figlio per un vagabondo). Anche quell'episodio della fiaba, in cui Kerib si fa chiamare Rashid (coraggioso), è costruito su un gioco di parole. Questa, infatti, è una continuazione del "pareggio", tipico del folklore. Pertanto, il "secondo" nome dell'eroe cambia in diverse versioni (a Shamakhi è Rasul). Questa è la storia di Gharib con lettera maiuscola, come indicato nell'articolo di Abovyan.

Nella maggior parte delle versioni, l'eroina si chiama Shahsanam (Shah-Sanam, Shasen), Abovyan - Gulbaar ("gul" - rosa, "baar" - primavera). "Gul" ("gul") è un'immagine tradizionale nella poesia dei popoli dell'Est. Ad esempio, "Gulistan" Saadi. Gli armeni sono ampiamente conosciuti per le canzoni da ballo "Jan-gyulums", cantate dalle ragazze durante il festival dei fiori primaverili.
L'eroina della fiaba di Lermontov si chiama Magul-Megeri. Come già notato, questo nome combina elementi arabi e iraniani: “Maul-migri”, che significa “luna e sole” (28), o “luna d'amore” (29). In "Megeri", secondo noi, si sentono degli echi miti antichi sul luminare Mhera, ascendente a Mithra (il Sole). Accade. I. A. Orbeli, spiegando il significato del nome Mher, uno dei personaggi principali del poema epico "Davide di Sasun", scrisse: della lingua armena nella forma nativa armena Мher, e nella forma Mihr presa in prestito dall'Iran…” (30 ).

È curioso che in "Ashik-Kerib" di Lermontov ci sia un passaggio che ricorda un estratto da "David di Sassoun". Ashik-Kerib parla del suo rapido viaggio verso la sposa: “Ho eseguito la preghiera del mattino nella valle di Arzinyan, la preghiera di mezzogiorno nella città di Arzrum; prima del tramonto, ha eseguito la preghiera nella città di Kars e la preghiera della sera a Tifliz ”(31). Confronta con il seguente episodio dell'epopea armena, che racconta come vanno a corteggiare una sposa per Mher il Vecchio - Armagan, la figlia di Tevadoros:

Tevadoros viveva a Manazkert.
Precipitato alle porte di Tevadoros,
Hanno chiesto: - Tevadoros è a casa?
Hanno risposto: - È andato a Van.
Si precipitarono a Van
E lì chiesero: - Tevadoros è qui?
Risposero: - Ha posato la fortezza,
Ho fatto colazione e sono partito per Arzrum.
Si precipitarono ad Arzrum.
Hanno chiesto: - Tevadoros era qui?
- Era qui, ha costruito la fortezza,
Poi cenò e partì per Kars.
Ci siamo precipitati nella notte a Kars,
Hanno chiesto: - Tevadoros è qui?
- NO! - dicono, - ha posato la fortezza,
Cenai e partii per Manazkert.
Sono tornati di nuovo a Manazkert (32).
(Tradotto da V. Derzhavin)

Degna di nota è la somiglianza dei meravigliosi cavalieri nella fiaba di Lermontov e nei documenti armeni. Kerib di Lermontov viene in aiuto, come si diceva, "Khaderiliaz (San Giorgio)". La traduzione di Nazarian è "St. Gevorg", Abovyan e Ter-Alessandrino - "St. Sarkis. Secondo la tradizione di S. Giorgio era raffigurato sulle icone come un giovane guerriero seduto su un cavallo bianco, con una lancia che uccide un drago. IN fantasia popolare San Anche Sargis (San Sergio) aveva un cavallo, e nel folclore armeno lui, come San Sergio. Gevorg (George, Yegori), ha agito come un salvatore da ogni disgrazia, disgrazia, ecc. L'antica canzone "Incantesimo sul lupo" inizia con le parole: "Otto dita, due palmi, // La criniera del cavallo di Sarkisova ... // Con quella lancia se Sant'Egoria ... // Afferralo, legalo ... ”(tradotto da V. Bryusov) (33). Abbiamo ricevuto leggende su S. Gevorg e soprattutto molto su St. Sargis (34).

Nella nota di Lermontov e nella rivisitazione di Abovyan, il commerciante è senza nome: "un commerciante", cioè un commerciante in generale. Entrambi sono mercanti di Tiflis e trovano Kerib (Kharib) a Khalaf (Alep). Questo è uno dei luoghi tradizionali del Medio Oriente, dove i Kharib andavano a vagare in armeno canzoni folk, chiamato "Kharib" - vagabondi. Nella canzone “Krunk” (“Gru”), Kharib, desideroso della sua terra natale, chiede alla gru: “La tua strada per Alepo? Stai volando a Baghdad? // Krunk, ci sono notizie dai paesi nativi? In uno degli airen (XVI secolo) si canta: “Il tuo caro abita ad Alepo…” (35).

Anche l'inizio della storia di Abovyan è vicino alla voce di Lermontov: Kharib vive nelle vicinanze di Tiflis, con Lermontov nella stessa Tiflis (l'azione nella versione Shamakhi inizia a Tabriz). E sebbene dalla registrazione di Abovyan manchino alcuni episodi, il principale schema della trama simile a quello di Lermontov. Abovyan scrive: "Non conosco le sue avventure (di Kharib) durante gli anni di vagabondaggio". In realtà, nella nota di Lermontov non si dice nulla al riguardo. Inoltre, Abovyan ha trasferito parte della storia su Ashug-Kharib a caratteristiche generali racconti simili, da cui, ad esempio, apprendiamo il contenuto delle canzoni di Harib. Altrove, Abovyan scrive che gli ashug sono poveri e gli ascoltatori danno loro "grano, vino, cotone o denaro" come ricompensa (36). Quindi, Kharib era povero quanto Kerib di Lermontov. Allo stesso tempo, non bisogna dimenticare che la registrazione di Lermontov è, in effetti, una dettagliata rivisitazione in prosa di un dastan poetico (poesia), dove ci sono molte canzoni. Pertanto, Lermontov definì "Ashik-Kerib" una fiaba, mentre Abovyan la definì una fiaba. Lermontov era interessato principalmente alla trama stessa e, forse, in futuro avrebbe introdotto pezzi poetici nella narrazione.

Tuttavia, ci sono differenze significative tra la voce di Abovyan e il racconto di Lermontov e altre versioni. In particolare, nella motivazione della separazione degli innamorati. Abovyan dice in questa occasione che l'eroe di tali leggende deve superare prove difficili nella "tempesta della vita", conquistare l'amore di una ragazza, in onore di lei "compiere qualche impresa eroica", quindi "prima deve essere separato da il suo amato." Nella rivisitazione stessa, Abovyan non tocca le ragioni della separazione degli eroi, ma rimanda il lettore al posto appropriato nel suo articolo: “Come sopra, lui (Kharib) parte per 7 anni per vagare per il mondo. " La prova dell'amore è presente anche nella registrazione di Hakhverdyan.

La motivazione della separazione nella rivisitazione di Abovyan è poetica, come nei racconti dei cavalieri medievali. romanzi rosa. È diverso nella versione della leggenda ascoltata da Lermontov: Kerib va ​​in una terra straniera per "creare ricchezza per se stesso" e per non sentire successivi rimproveri futura moglie(“ma chissà che dopo non mi rimprovererai il fatto che non avevo niente per te, ti devo tutto”). Lo stesso vale per la variante di A. Bliadze. Nella versione Shamakhi, Kerib parte per un viaggio per guadagnare soldi per il prezzo della sposa, e anche (letteralmente, come quello di Lermontov) per non sentire i rimproveri della moglie (“Chi lo sa?! Forse più tardi mi rimprovererai per essere entrato in casa tua come un mendicante"). Cioè, in tutte queste varianti, la motivazione alla separazione è principalmente di colore sociale.

Nel racconto di Abovyan, il mercante, per trovare Kharib, organizza "feste" nelle città, cercando così di invitare a lui il cantante. Abbastanza logico e spiritoso. Nella fiaba di Lermontov e nella variante di A. Sudzhayan, il commerciante cerca Kerib (Kharib) con l'aiuto di un piatto d'oro. A questo proposito Andronikov osserva giustamente: “Non è spiegato su quale base Ashik-Kerib si dichiari proprietario del piatto d'oro, che è esposto nella bottega del commerciante di Tiflis. Impreparato e demotivato”, continua, “rimane il viaggio di Ashik su un cavallo bianco dietro la schiena di un meraviglioso cavaliere” (37). Nel testo di Abovyan questo luogo è molto chiaro: “Ma come andare da Aleppo a Tiflis?! Qui prende un saz e invita San Sarkis, che aiuta in momenti così difficili. Appare un veloce cavaliere su un cavallo grigio, gli ordina di chiudere gli occhi e di sedersi sul suo cavallo. Naturalmente, come osserva correttamente Andronikov, “se Lermontov avesse iniziato l'elaborazione racconto popolare, quindi eliminerebbe tutte queste asperità e motiverebbe le parole e le azioni di Ashik-Kerib. Ne consegue che lo scrisse esattamente come lo udì” (38).

E dove Abovyan ha sentito la versione di cui sopra di "Ashug-Kharib"? Lui stesso dice nell'articolo che "ha avuto molte occasioni di osservare" negli ascoltatori riuniti di ashugs "eccitazione spirituale", che non può paragonare a nulla. “Di solito tali incontri”, dice Abovyan, “ci sono sere d'inverno. Su di essi, i maestri mostrano tutte le loro abilità. Sia nelle città che nei villaggi (sottolineato da noi - S. D.), tutti quelli che possono, senza biglietto o invito, corrono dove si tiene tale intrattenimento musicale. Naturalmente, questo si basa sull'osservazione personale di Abovyan e, soprattutto, nella sua terra natale, in Armenia (è nato nel villaggio di Kanaker, vicino a Erivan). Tipicamente, l'articolo dedicato alla creatività Cantanti popolari armeni, non viene fornito un solo nome della zona: Abovyan intendeva la realtà armena della Transcaucasia. Visse in Armenia e Georgia, era interessato al folklore di molti popoli, parlava correntemente le lingue orientali - azero, persiano e curdo, si ritiene che conoscesse anche il georgiano (39). Abovyan ha scritto il suo articolo a Tiflis, soprannominata "la capitale degli ashug". Non c'è dubbio che, parlando del lavoro dei cantanti popolari, abbia tenuto conto dell'esperienza degli ashug transcaucasici in generale e di quelli di Tiflis in particolare. Qui, a Tiflis, anche lui ha potuto ascoltare e scrivere una delle versioni della leggenda che esisteva tra armeni e georgiani. Apparentemente, non è un caso che le versioni di A. Sudzhayaia e A. Bliadze coincidano sotto molti aspetti e siano più vicine alla fiaba di Lermontov che alla versione di Shamakhi. I documenti di Abovyan e Hakhverdyan gravitano verso i primi due e hanno una fonte: l'esistenza di una leggenda tra armeni e georgiani. Tutte queste varianti sono "secondarie" rispetto alla versione "generica" ​​- azera (turca), che ha subito cambiamenti significativi in ​​Armenia e Georgia. Va notato che le versioni azera, turkmena e turca sono vicine tra loro e differiscono in modo significativo dalle versioni armena e georgiana, su cui gravita la fiaba di Lermontov.

Pertanto, l'opinione di I. L. Andronikov secondo cui Lermontov avrebbe potuto ascoltare e registrare "Ashik-Keriba" a Tiflis e che la compenetrazione di elementi del folklore dei popoli transcaucasici è stata registrata nel suo racconto è ora supportata da due fonti autorevoli: le note di X. Abovyan e G. Hakhverdyan.

Interessante è anche l'articolo di Abovyan "Musica spirituale e popolare armena" in relazione alla questione del rapporto tra "Ashik-Kerib" di Lermontov e la leggenda popolare orientale "Ashik-Kyaram", o "Asli e Kerem". S. A. Andreev-Krivich cita dati interessanti. Secondo il suo calcolo, nell'autografo della fiaba di Lermontov, il nome dell'eroe su 26 casi è scritto 11 volte "Kerib" e 15 volte - "Kerim", quindi corretto in "Kerib". Confrontando il racconto di Lermontov con tre versioni della leggenda su Kerem: armeno, azerbaigiano e turkmeno, Andreev-Krivich ha scritto che "la storia di Asli-Kerem è vicina alla registrazione della fiaba di Lermontov" (40). È vero, vicino, ma in termini tipologici - non di più! Questa comunità è menzionata nell'articolo citato di Abovyan.

Dopo aver caratterizzato le canzoni-racconti d'amore, Abovyan, seguendo Ashug-Kharib, cita riepilogo leggende su Karama. Contenuto più dettagliato della storia su amore tragico L'armeno Asli e l'azero Kyaram (qualcosa come una storia "orientale" su Romeo e Giulietta) raccontò nel 1843 al viaggiatore tedesco August von Haxthausen, che la pubblicò con riferimento a X. Abovyan nel suo libro "Transcaucasia", pubblicato nel 1856 in Lipsia (41).

La confusione nei nomi (Kerim-Kerib) nella voce di Lermontov dovrebbe essere spiegata dal fatto che il narratore conosceva entrambe le leggende e, forse, delineava anche il contenuto della storia su "Kerim". Crediamo anche che "Kerib" (invece di "Karib" o "Gharib") sia nato sotto l'influenza del nome consonante "Kerim". Entrambi gli eroi si sono fusi nel narratore (e in Lermontov) in un'unica immagine dello “sfortunato amante” (come Nazaryan chiamava Ashik-Keriba), il poeta-vagabondo guidato dal destino (42). Le discrepanze nel nome dell'eroe della fiaba di Lermontov testimoniano ancora una volta la natura approssimativa della voce, che l'autore, a quanto pare, intendeva finalizzare.

I ricercatori torneranno ad Ashik-Kerib di Lermontov, poiché tutto ciò che contiene “almeno un fatto lontano” relativo all'opera del grande poeta russo merita attenzione (43).

______________________
1." 1, Ä. 1857, ¾ 111-119
2. SA Andreev-Krivich, Lermontov. Questioni di creatività e biografia, M., 1954, p.107.
3. I. Andronikov, Lermontov. Ricerche e risultati, M., 1968, pp. 361-362.
4. Registrato dall'insegnante Makhmudbekov dalle parole di Ashik Oruj nel distretto di Shemakha della provincia di Baku. e pubblicato in russo. lang. con un'appendice dei testi azeri di Ashik-Keriba ("Raccolta di materiali per la descrizione di località e tribù del Caucaso", numero XIII, Tiflis, 1892, sezione II, pp. 173-229).
5. Registrato nel 1930 dalle parole del settantenne georgiano maomettano Aslan Bliadze nel villaggio. Talisi, vicino ad Akhaltsikhe (SSR georgiano).
6. Registrato dal folclorista R. R. Orbeli nel 1935 dalle parole dell'ottantenne Ashug Adam Sudjayan nella regione di Zangezur (SSR armeno).
7. Secondo la tradizione musulmana, l'anima del profeta Khidr si trasferì nel profeta Elia, e il poeta in lui tra i musulmani, questi due profeti si fusero in un'unica persona: Khidriliaz (Khidriliaz, Haderiliaz).
8. V.A. Manuilov, M.Yu. Lermontov e la sua registrazione della fiaba su Ashik-Kerib (“Ashik-Kerib”, L.. 1941, pp. 27-28); I.K. Enikolopov, Alla fiaba "Ashik-Kerib" di Lermontov (M.Yu. Lermontov, Ashik-Kerib, Tbilisi, 1941, p. 16);
9. Sab. "Ashik-Kerib", L., 1941, pagina 28.
10. AV. Popov, Lermontov nel Caucaso, Stavropol, 1954.
11. I. Andronikov, decreto. cit., pp. 353-355.
12. Di seguito, le citazioni da Ashik-Keriba di Lermontov sono fornite secondo la pubblicazione: M.Yu. Lermontov, Raccolta. operazione. in 4 volumi, vol.IV, M., 1964-1965, pp.304-310.
13. Antologia della poesia azera, M., 1939, pp. 214-217 (uno dei traduttori del dastan è il famoso scienziato azerbaigiano M. Rafili). Qui il dastan si chiama "Ashug-Gharib".
14. I. Andronikov, decreto. cit., pagina 361.
15. Ibid., pp. 359-360.
16. Ibid., pp. 359, 361. A proposito, nella pubblicazione di Makhmudbekov proprio questo luogo è preso in prestito dalla nota di Lermontov. La nota recita: "S. George tra i musulmani non è Khidir-Ilyas, ma Jarjiz.
17. X. Kor-Ogly, Letteratura turkmena, M., 1972, pp. 68, 75.
18. “La definizione di “fiaba turca”, scrive I. K. Enikolopov, “può essere spiegata dalla lingua armena, che con la parola “turco” significa un azero, mentre i turchi ottomani erano chiamati “tachik” (M.Yu. Lermontov, Ashik-Kerib, Tbilisi, 1941, p. 15, postfazione). Si noti che nella traduzione di Nazaryan la parola "tachik" significa "turco".
19. G. Akhverdov (Yuri Akhverdov) n. a Tiflis, nel 1830-1834. ha studiato all'Istituto Lazarev e poi a facoltà di medicina Università di Mosca. Nel 1839-1842. a Tiflis prestò servizio come medico nell'esercito, nel 1842-1846. ha lavorato a San Pietroburgo, nel ministero militare. Nel 1846 G. Akhverdov tornò a Tiflis e si dedicò all'attività scientifica e attività letteraria. Qui incontrò il poeta Y. Polonsky, lo aiutò nelle prime traduzioni di Sayat-Nova in russo, pubblicate nel 1851 sul giornale Tiflis. "Caucaso".
20. д. Ï. ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,, , րևֶ֡ 1963, ֻ 59-60
21. “ָւֶ̽ք. ȱ. ,퍡-놀» ւււց֮֡ ַֽֿ֭֡֡րָււָ־ . ... 1852, pagine 58-60
22. 2 Il nome dell'eroe della leggenda in armeno. lang. non suona “Gharib”, come spesso viene tradotto, ma “Kharib”. In russo. non c'è il suono "7", che è più vicino a "x". Quindi, in particolare, V. Bryusov ha tradotto questa parola: "Canzone di Kharib", "Krunk. Canzone di Kharib” (“Poesia dell'Armenia”, a cura di V. Bryusov, Yerevan, 1973, pp. 117, 214).
23. Tra parentesi, un punto interrogativo è posto dal commentatore - S. D.
24. I. Andronikov, decreto. cit., pagina 363.
25. д. ր֥ր-֥քֶֽ֤֡րֵֶ֡ , ֫ֆ֬ցָց ִֿ֡־ָր ֵ֯ֆք֨ , ք. ȱ. , ֆ֬owned, 1885 , ֻ̧ 334-341
26. Nella stessa scuola, il grande educatore e drammaturgo azerbaigiano M.F. insegnava la lingua tartara (azerbaigiana). Akhundov, che si ritiene abbia conosciuto Lermontov (I. Andronikov, op. cit., pp. 364-367).
27. Per la prima volta, l'articolo di X. Abovyan, tradotto da P. Hakobyan e con i suoi appunti, è stato pubblicato sulla rivista " parecchie forme di vita, odontoiatria ", 1959, n. 1, e poi è stato inserito nell'aggiunta. Volume Acad. coll. operazione. scrittore. X. Abovyan, Poln. coll. cit., vol.X: testo tedesco (pp. 99-104), traduzione armena (pp. 105-110) e commento di P. Hakobyan (pp. 366-368).
28. LP Semenov, Lermontov e il folklore del Caucaso, Pyatigorsk, 1941, p.76.
29. M.Yu. Lermontov, op. in 6 volumi, volume 6, Mosca, Leningrado, 1967, pagina 648.
30. "Davide di Sasun". armeno epica popolare, Yerevan, 1939, pagina XXIII; Joseph Orbeli, Epopea eroica armena, Yerevan, 1956, pp. 120-121.
31. A proposito, incontriamo qualcosa di simile anche in "Un eroe del nostro tempo" di Lermontov: "... Ho galoppato velocemente attraverso le gole di Terek e Daryal, ho fatto colazione a Kazbek, ho bevuto il tè a Lars e sono arrivato a Vladikavkaz per cena."
32. "Davide di Sasun", pagina 126.
33. “Testi armeni medievali”, L., 1972, cg. 12], 361.
34. րִ 낡̶ , 닾ֶָֺֿւִ , րևֶ , 1969
35. "Testi armeni medievali", p.320.
36. Sugli ashug armeni, vedi anche: N. Grigorov, Selo Tatev (“Raccolta di materiali per la descrizione di località e tribù del Caucaso”, numero XIII, Tiflis, 1892, sezione 1, pp. 109-111).
37. I. Andronikov, decreto. cit., pagina 356.
38 Ibid., p.357.
39. e. րրրևֶ , ر969 , 마670, dopo essersi laureato all'Università di Derpt, Abovyan fu addirittura invitato ufficialmente a rimanere all'università come insegnante di lingue orientali, ma preferì partire per la sua terra natale.
40. SA Andreev-Krivich, decreto. cit., pp. 97-104.
41. Vedi la traduzione russa: August von Haxthausen, Regione transcaucasica, in 2 parti, parte 2, San Pietroburgo, 1857, pp. 53-54. Vedi braccio. traduzione: X. Abovyan, Poli. coll. cit., vol.X, pp. 354-355, 406-407. Braccio. opzione (“Ashik-Kyaram”) nella voce di G. Izraelov - “Raccolta di materiali per descrivere le località e le tribù del Caucaso”, vol. XIII, Tiflis, 1892, sec. II, pp. 126-128.
42. Lermontov si definiva anche un vagabondo: "A te, Kazbek, o guardiano dell'est, // Io, un vagabondo, ho portato il mio arco".
43. I. Andronikov, Incontri e persone (“Armenia letteraria”, 1964, n. 10, p. 65).