Yukio Mishima ha una fantastica storia d'amore sul tempio d'oro. La vita e la morte di Yukio Mishima. A proposito del Tempio d'Oro di Yukio Mishima

    Valutato il libro

    Come posso avvicinarmi al Tempio d'Oro e provare ad abbracciarne l'immensità? IN romanzo omonimo Mishima è stratificato con così tanti significati e sfumature che una sola lettura chiaramente non è sufficiente. Questo è un koan infinito, un argomento di meditazione che dura più giorni, che con ogni nuovo approccio si rivolge a te in una direzione diversa, a volte del tutto inaspettata.

    Scriverò ora dell'aspetto del Tempio d'Oro, in cui mi è apparso durante questa lettura, ma questo non significa affatto che parlerò del più ovvio, del più importante per me o per qualche altro "sé". Appena entrato questo momento"Tempio d'Oro" viene letto da me in questo modo.

    Spero che non sorprenda nessuno il fatto che non ti avvertirò degli spoiler che il Tempio d'Oro brucerà. Anche se ho incontrato persone che si sono lamentate sinceramente di essere state viziate per il finale del film "Admiral", dicono, l'ammiraglio è morto, perché parlarne. Tuttavia, la mancanza di istruzione scolastica tra questi compagni non equivale al valore delle informazioni sul Tempio d'Oro, è improbabile che molte persone in Russia ne siano interessate. Tuttavia, resta il fatto: il Tempio d'Oro esisteva, nel cinquantesimo anno un certo monaco lo bruciò e Mishima rimase così colpito da questo evento che scrisse un eccellente romanzo quasi nel genere della criptostoria. Cioè, ha provato a ricostruire mondo interiore monaco (secondo lui, ovviamente), i motivi dell'incendio del tempio e il modo in cui in generale è arrivato a una vita simile.

    Il personaggio principale del "Tempio d'Oro" è un giovane che sente il mondo che lo circonda, un certo isolamento dalla società è determinato non solo da una mentalità peculiare, ma anche da un difetto fisico. Mizoguchi balbetta molto. A noi adesso, forse, questo non sembra essere un grosso problema. Ma, in primo luogo, il concetto giapponese delle differenze tra una persona e la maggioranza è leggermente diverso. In secondo luogo, nel cortile del periodo prebellico, quando la tolleranza per le carenze in tutto il mondo era leggermente peggiore. E, in terzo luogo, fin dall'infanzia, Mizoguchi ha un forte senso della bellezza (e qui il padre-prete ci ha provato in molti modi - fortunatamente o con dispiacere), e la balbuzie rovina notevolmente questa immagine di bellezza. Cioè, bellezza lettera maiuscola poiché Mizoguchi è inizialmente chiuso e non può farci nulla. Forse questo è un altro motivo per cui fa piccole incursioni nel bello (ad esempio, senza alcun motivo, graffia il fodero del pugnale di un giovane Ubermensha, perché sono molto bravi). È possibile che da questo difetto derivi il suo costante desiderio di lato oscuro. Anche se d'altra parte l'armonia, e quindi la bellezza, è impossibile senza l'oscurità, così come lo Yang senza Yin avrà vita breve.

    Fin dall'infanzia, l'ideale del Bello e del Bello (questo è volgare, ma cercherò comunque di evidenziarlo in maiuscolo, poiché i concetti sono davvero molto ampi, ideali e quasi filosofici) per Mizoguchi, infatti, diventa il Tempio d'Oro . Il padre racconta così tanto di lui al ragazzo che nella sua immaginazione il tempio diventa così bello da battere tutti i record di pony e arcobaleni. È abbastanza logico che il vero Tempio d'Oro in carne e legno deluda il protagonista. Un vecchio edificio oscurato, tutto qui. Lui stesso non sa cosa si aspettava dal tempio. Un mago su un elicottero blu? Glitter e la sindrome di Stendhal? Le aspettative non sono state soddisfatte, ma tutto sta gradualmente tornando alla normalità, perché Mizoguchi non è affatto uno stupido. Capisce che non può esserci nulla nell'edificio in sé, è solo un edificio. Tutta l'essenza del tempio e del Bello è nel simbolo, nel senso spirituale interiore. E Mizoguchi vuole integrarsi nel Tempio d'Oro, lasciarsi coinvolgere nel grande Bello. Chi non vorrebbe essere il Tempio d'Oro?

    Nelle prime pagine pensavo ancora che il Tempio d'Oro avesse sostituito il padre di Mizoguchi. Cioè, il padre, ovviamente, era nella vita del ragazzo, forniva regolarmente informazioni sull'oggetto del fap - il tempio - e ... E questo è tutto. Cos'altro avrebbe potuto imparare? Umiltà quando tua moglie si illumina con un'altra davanti ai tuoi occhi? Mizoguchi non può semplicemente chiudere gli occhi nel momento del bisogno, come fa suo padre, quindi si rivolge al tempio come fonte di risposte a tutte le domande difficili.

    La mia frase preferita del romanzo è la graduale separazione dell'eroe in una parte oscura e una chiara dell'anima, così come l'apparizione di due gemelli. Come al solito, uno è chiaro, l'altro è scuro, due oche divertenti. Il brillante Tsurukawa (siate forti, non ci sono tanti nomi nel romanzo, ma sono tutti lunghi) alimenta la trasparenza del protagonista, la sua apertura al mondo e la fedeltà agli alti ideali. Anche il brutto e zoppo Kashiwagi è un insegnante, ma non insegnerà cose buone. Kashiwagi nega il mondo, come se lo vedesse distorto, come sul rovescio dei colori. Ha tutte le opportunità per essere un bravo ragazzo, ma preferisce la distruzione. Quindi si scopre che Kashiwagi avvelena gradualmente il personaggio principale, perché il veleno viene assorbito così facilmente dai giovani organismi flessibili, e anche Mizoguchi è suscettibile a tutto e flessibile, come un gambo di bambù.

    Un'interessante linea di vergogna, che è vividamente mostrata non solo nel Tempio d'Oro, ma anche in altri romanzi. A quanto pare, questo argomento ha infastidito moltissimo Mishima. Il personaggio principale fa più di una cosa brutta nella sua vita. Vuole davvero essere catturato, condannato, smascherato, e questo gli darebbe l'opportunità di pentirsi, e quindi di perdono. Ma non è così semplice. E ancora uno di possibili implicazioni, Perché personaggio principale decise di bruciare il Tempio d'Oro: voleva un fuoco purificatore, come una fenice. Radere tutto al suolo, insieme ai tuoi problemi interni.

    Un altro dei sottotemi preferiti del romanzo è il rapporto tra l'eterno e il temporale, proprio nel contesto del Bello. Il Tempio d'Oro, a quanto pare, appartiene alla bellezza temporanea creata dall'uomo. Col tempo la doratura sbiadirà, le assi marciranno e, anche con un abile restauro, non sarà più lo stesso Tempio d'Oro. Ma il personaggio principale percepisce questo edificio come un simbolo, il che significa che per lui esiste il Tempio d'Oro mondo ideale e appartiene all'eterna Bellezza. Quindi non sorprende che cerchi di bruciarlo e di liberare il guscio mortale. In effetti, la doratura si è staccata e le assi si sono seccate, ma nella memoria dei discendenti il ​​Tempio d'Oro rimarrà bello e splendente, proprio come nell'immaginazione di un bambino Mizoguchi.

    Qui puoi meditare tu stesso su una dozzina di altre ragioni per cui Mizoguchi ha preso i fiammiferi ed è andato al tempio. Scegli quelli che ti sembrano più importanti. Il motivo formale sarà il detto "Se incontri il Buddha, uccidi il Buddha", il personaggio principale andrà ad accumulare proprio su questo Buddha.

    E qui è molto punto interessante che mi piace di più nel romanzo. Il protagonista si avvicina al tempio con i fiammiferi, tutti i preparativi sono completati, capisce che basta un solo movimento e niente lo ferma... E si rende conto che non è necessario bruciare il tempio. È come il rumore di un albero che cade, che non sai se c'è, se nessuno lo sente. Nella sua testa ha già bruciato il Tempio d'Oro, l'atto non può essere fermato, il che significa che è lo stesso di quello che viene fatto.

    Da quel momento in poi sono stato così assorbito dal testo che ho cercato di leggere più lentamente. Per una semplice ragione: sapevo che il tempio sarebbe stato comunque bruciato. Questo è lo stesso Kolchak morente, il fatto non può essere cambiato. Ma il tempio esisteva sulle pagine del romanzo e parallelamente nel mondo del libro dentro la mia testa, il che significa che più lentamente leggevo, più a lungo il tempio riusciva a resistere. Anche se in un luogo immaginario così traballante.

    Le ultime pagine del romanzo sono piuttosto contraddittorie rispetto al protagonista. Da un lato, è abbastanza soddisfatto della sua azione, il che significa che ha cambiato qualcosa nella sua testa e la ricerca è stata chiusa. È vero, il testo non ci fornisce informazioni sufficienti su ciò che esattamente gli è scattato in testa. almeno il protagonista ha cambiato idea sull'uccisione. D'altra parte, la vetta di Beautiful Mizoguchi non è mai riuscita a raggiungere, nonostante ci abbia provato. Non so come la costruzione del tempio sia correlata alla sua relazione con il Bello, ma non potrei salire sulla torre più alta dell'edificio, e quindi sulla cima della Bellezza, anche se crollassi.

    Tutto sommato, questo è un romanzo meraviglioso, meraviglioso, meraviglioso. Multiforme, multiforme, multi-ingegno e multi-astuzia. Tutto mi ha soddisfatto: la lentezza della narrazione, la trama intelligente, la bellezza della traduzione (grazie, Grigory Chkhartishvili) e l'abbondanza di argomenti di discussione. Non c'è dubbio che ci tornerò, perché è semplicemente impossibile digerire un tale volume di informazioni in una sola seduta. Sì, e non è necessario. C'è qui una caratteristica puramente orientale così speciale, quando possono trarre profitto e piacere dalle cose ordinarie. Metti sul tavolo un vaso con un solo fiore e guardalo ogni giorno con occhi diversi. Quindi anche qui. Anche prima delle stronzate non ho toccato gli argomenti affrontati nel romanzo, non ho spifferato una parola sul buddismo zen e sui rapporti con le donne, e già da questo si può srotolare una recensione più multi- lettera che ora di fronte a te. Ma lascerò tutto questo per dopo.

    Valutato il libro

    "Tempio d'Oro" è un libro sulla triste esistenza di un uomo, un uomo che insegue la bellezza, ma che è impossibile da raggiungere. La bellezza nel libro è rappresentata da qualcosa di inaccessibile, piuttosto che effimero. Mishima parlava magistralmente della bellezza e cercava di comprenderne il significato nella vita: ...la bellezza può essere donata a tutti, ma non appartiene a nessuno.
    Una domanda molto difficile per lo stesso Mishima. Guardando la sua vita, capisci che questo romanzo è stato il precursore della sua morte. Eppure, mi sono chiesto: nessuno dubitava del suo stato d'animo dopo i romanzi pubblicati? Non sono un medico, ma dopo aver letto questo libro è diventato chiaro che qualcosa non andava in Mishima, il suo testo parlava da solo. Ok, lasciamo perdere.
    Continuiamo.
    Davanti a noi c'è il personaggio principale Mizoguchi, uno sfortunato monaco balbettante dall'aspetto poco attraente. La sua bruttezza è un riflesso di sua madre e suo padre, del Tempio d'Oro, delle persone intorno a lui. Fin dall'inizio giovani anni Mizoguchi persegue la bellezza: o in una bellezza chiamata Wiko, o nel Tempio d'Oro. Non c'era vera gioia nella sua vita. Solo l'odio era reale, perché viveva in lui. Ma il punto è questo: non riuscivo ancora a capire con chi fosse arrabbiato. Probabilmente, sulla sua bruttezza, su se stesso. Il monaco ha due amici: uno il lato positivo, un altro buio. Col tempo, Mizoguchi ne sceglierà uno e questo deciderà l'allineamento del partito.
    Non riesco ancora a capire come mi abbia fatto sentire Mizoguchi.
    Considero Il Tempio d'Oro uno dei romanzi più seri che hanno sollevato il tema della bellezza.
    Libri del genere dovrebbero essere letti per non perdersi nel miraggio della bellezza e non impazzire: questa è la storia di un giovane monaco che bruciò il tempio Kinkakuji. Come, perché, perché, cosa lo ha portato a una tale decisione, cosa lo ha spinto a questo atto: questa è la storia. Ho letteralmente divorato il libro. Perché le parole, le frasi, la storia stessa sembrano riversarsi, scorrere, brillare di tutti i colori dell'arcobaleno. L'autore è semplicemente straordinario bellissima lingua, ammaliante, assolutamente descrizioni magiche. Tutti gli impulsi e le sollecitazioni anima umana sono descritti in modo così sottile che a volte mi sembrava di sentirmi esattamente come il personaggio principale, di comprendere perfettamente i suoi impulsi e le sue motivazioni. Cioè, questo è proprio il caso meraviglioso in cui la forma del servizio provoca piacere, delizia, un po' di gusto e bellezza estetica. Per quanto riguarda il contenuto... anche se, in questo caso non il contenuto in quanto tale, ma specificamente il personaggio principale. Per me era letteralmente disgustoso. Leggere di lui, dei suoi pensieri e delle sue azioni, mi ha fatto star male. Per molto tempo nessuno di eroi del libro non mi ha fatto stare così male. Molto spesso nei libri cerco di trovare almeno qualche giustificazione per il pareggio caratteri negativi. In questo caso, semplicemente non volevo farlo. Mi sembra che sarei addirittura spiacevolmente sorpreso se, nel complesso, ci fosse una nobile spiegazione per tutte le azioni dell'eroe.
    Probabilmente è per questo che alla fine ci sono solo tre stelle, anche se non posso dire che il libro non mi sia piaciuto. Quindi la consiglierei comunque. È scritto in modo così magnifico e magistrale che il piacere di leggere queste righe potrebbe superare l'antipatia per l'eroe.

Yukio Mishima

tempio d'oro

(tradotto da G. Chkhartishvili)

Grigorij Chkhartishvili.

La vita e la morte di Yukio Mishima

o Come distruggere il Tempio

...cap. i personaggi della maggior parte dei romanzi di M. risultano essere fisicamente o psicologicamente paralizzati, sono attratti dal sangue, dall'orrore, dalla crudeltà o dal sesso pervertito ... L'ideologo dei circoli di estrema destra, M. ha sostenuto la rinascita delle tradizioni lealiste , predicava idee fasciste...

Grande Enciclopedia sovietica. 3a edizione


25 novembre 1970 scrittore famoso Yukio Mishima, che ha ripetutamente stupito il pubblico giapponese con le sue eccentriche buffonate, ha messo in scena l'ultima della sua vita e questa volta per niente innocua. Tentò di sollevare una ribellione in una delle basi di Tokyo delle Forze di Autodifesa, esortando i soldati a opporsi alla "costituzione pacifica", e quando la sua idea fallì, lo scrittore si tolse la vita in un modo medievale di hara-kiri. ..

Quasi tutti coloro che hanno scritto su Mishima sono stati costretti a iniziare, per così dire, dalla fine, da eventi tragici 25 novembre. E questo non è solo un mezzo per suscitare l'interesse del lettore: dopo la sanguinosa performance andata in scena nella base militare di Ichigaya, non è più possibile vedere il fenomeno Mishima se non attraverso il prisma di questa giornata, che ha chiarito molto di ciò che prima sembrava incomprensibile, per dirla ogni cosa al suo posto.

Yukio Mishima aveva quarantacinque anni. Durante la sua breve vita, è riuscito a fare una quantità incredibile. Quaranta romanzi, quindici dei quali girati prima della morte dello scrittore; diciotto spettacoli teatrali con successo in giapponese, americano e Teatri europei, decine di raccolte di racconti e saggi: questo è l'impressionante risultato di un quarto di secolo opera letteraria. Ma gli interessi di Mishima erano davvero vasti e non si limitavano alla sola scrittura. È stato regista teatrale e cinematografico, attore, direttore d'orchestra Orchestra Sinfonica. Impegnato nel kendo ("la via della spada" - l'arte della spada nazionale), nel karate e nel sollevamento pesi, ha volato su un aereo da combattimento, ha viaggiato sette volte il globo, è stato nominato tre volte tra i più probabili contendenti per premio Nobel. Infine, dentro l'anno scorso la sua fanatica passione per l'idea del monarchismo e delle tradizioni dei samurai causò molte voci nella sua vita; creò e mantenne a proprie spese un'intera organizzazione paramilitare: "l'esercito giocattolo del Capitano Mishima", come lo chiamava la stampa beffarda (dopo la morte dello scrittore, la Shield Society cessò immediatamente di esistere).

È interessante notare che, nello stesso Giappone, il terribile atto di addio del 25 novembre è stato considerato un atto politico solo dall’estrema destra, che aveva bisogno di un simbolo eroico per attirare i giovani nelle loro file. I nazionalisti, che durante la vita di Mishima lo trattavano con sospetto e perfino con ostilità, non leggevano i suoi libri, dichiararono subito lo scrittore portatore dello "spirito del vero samurai" e celebravano ogni anno l'anniversario della sua morte.

Ancora più clamore attorno alla morte di Mishima deliziarono gli ideologi sovietici: interpretata in un certo modo, questa storia si integrava perfettamente con l'immagine del mondo esterno, animale pericoloso per la Terra del socialismo vittorioso. In America infuriava il Ku Klux Klan, in Grecia - "colonnelli neri", in Germania - cercatori di vendetta, e qui il "samurai fascista" Mishima si è rivelato molto utile. Articoli apparsi su Pravda (Nell'ebbrezza dei samurai), Krasnaya Zvezda (Eredi dei samurai), è stato effettuato un rimescolamento, ristampato da molti giornali in tutto il Paese: “Il cosiddetto“ suicidio ”di Mishima non è avvenuto per caso. È un prodotto della politica di militarizzazione perseguita dalla reazione americano-giapponese... "C'è da meravigliarsi quindi che le opere dello scrittore abbiano cominciato ad essere tradotte in russo con molti anni di ritardo, e il suo nome lunghi anni era l'argomento di discussione tra i propagandisti nazionali ed internazionali?

Il narratore è Mizoguchi. - il figlio di un povero prete di provincia. Da bambino, suo padre gli parlò del Tempio d'Oro - Kinka-kuji - nell'antica capitale del Giappone, Kyoto. Secondo suo padre non c'era niente di più bello del Tempio d'Oro, e Mizoguchi cominciò a pensarci spesso: l'immagine del Tempio si stabilì nella sua anima. Mizoguchi è cresciuto come un bambino fragile e malaticcio, inoltre balbettava, questo lo ha alienato dai suoi coetanei, ha sviluppato l'isolamento, ma nel profondo si immaginava o un sovrano spietato, o un grande artista - il maestro delle anime.

Nel villaggio di Capo Nariu, dove viveva il padre di Mizoguchi, non c'era la scuola e lo zio gli portò il ragazzo. Accanto a loro viveva una bellissima ragazza: Wico. Un giorno, Mizoguchi le tese un'imboscata e inaspettatamente saltò in strada mentre lei andava in bicicletta, ma per l'eccitazione non riuscì a pronunciare una parola. La madre della ragazza si lamentò di lui con lo zio, che lo rimproverò severamente. Mizoguchi maledisse Wiko e iniziò a augurarle la morte. Pochi mesi dopo, nel villaggio si verificò una tragedia. Si è scoperto che la ragazza aveva un amante che ha abbandonato l'esercito e si è nascosto sulle montagne. Una volta, mentre Huico gli stava portando da mangiare, fu sequestrata dai gendarmi. Chiesero che gli fosse mostrato dove si nascondeva il marinaio in fuga. Quando Huiko li condusse al tempio Kongō sul monte Kahara, il suo amante le sparò con una pistola e poi si sparò. Quindi la maledizione di Mizoguchi si è avverata.

L'anno successivo, suo padre lo portò a Kyoto per alcuni giorni e Mizoguchi vide per la prima volta il Tempio d'Oro. Rimase deluso: il Tempio d'Oro gli sembrava un normale edificio a tre piani, oscurato dal tempo. Si chiese se il Tempio gli stesse nascondendo la sua vera forma. Forse. Bella, per proteggersi, e dovrebbe nascondersi, ingannare l'occhio umano?

L'abate del Tempio, il reverendo Dosen, era un vecchio amico del padre di Mizoguchi: in gioventù vissero fianco a fianco come novizi in un monastero Zen per tre anni. Il padre Mizoguchi, colpito dalla tisi, sapendo che i suoi giorni erano contati, chiese a Dosen di prendersi cura del ragazzo. Dosen ha promesso. Dopo il ritorno da Kyoto, il Tempio d'Oro cominciò nuovamente a impossessarsi dell'anima di Mizoguchi. "Il tempio ha superato la prova della realtà per rendere il sogno ancora più accattivante." Presto il padre di Mizoguchi morì e il ragazzo andò a Kyoto e iniziò a vivere al Tempio d'Oro. L'abate lo accettò come novizio. Lasciando la palestra, Mizoguchi entrò nella scuola dell'Accademia Buddista Rinzai. Incapace di abituarsi al fatto di essere ormai così vicino al bellissimo edificio, Mizoguchi andava a vedere il Tempio d'Oro più volte al giorno. Pregò il Tempio di amarlo, di rivelargli il suo segreto.

Mizoguchi fece amicizia con un altro novizio, Tsurukawa, il quale sentiva che Tsurukawa non era in grado di amare il Tempio d'Oro come lo amava lui, perché la sua ammirazione per il Tempio era basata sulla consapevolezza della propria bruttezza. Mizoguchi era sorpreso dal fatto che Tsurukawa non ridesse mai della sua balbuzie, ma Tsurukawa spiegò che non era il tipo da prestare attenzione a queste cose. Mizoguchi era offeso dal ridicolo e dal disprezzo, ma ancor più odiava la simpatia. Adesso gli si rivelava qualcosa di nuovo: la sensibilità spirituale. La gentilezza di Tsurukawa ignorò la sua balbuzie, e Mizoguchi rimase se stesso per lui, mentre prima Mizoguchi pensava che una persona che ignorava la sua balbuzie rifiutasse il suo intero essere. Tsurukawa spesso non capiva Mizoguchi e cercava sempre di vedere motivazioni nobili nei suoi pensieri e nelle sue azioni. Era il quarantaquattresimo anno.

Tutti avevano paura che Kyoto sarebbe stata bombardata dopo Tokyo, e Mizoguchi improvvisamente si rese conto che il Tempio avrebbe potuto morire nel fuoco della guerra. Prima il Tempio sembrava al ragazzo eterno, mentre il ragazzo stesso apparteneva al mondo mortale. Ora lui e il Tempio vivevano una vita, erano minacciati da un pericolo comune, stavano aspettando un destino comune: bruciare tra le fiamme delle bombe incendiarie. Mizoguchi era felice, sognava una città avvolta dal fuoco. Poco prima della fine della guerra, Mizoguchi e Tsurukawa andarono al tempio Nanzenji e, ammirando i suoi dintorni, videro nel tempio Tenju (parte del complesso del tempio Nanzenji), dove venivano affittate le stanze per le cerimonie del tè, da giovane bella donna servì il tè all'ufficiale. All'improvviso aprì il colletto del suo kimono, scoprì i suoi seni e li strinse con le dita. Il latte schizzò dal suo petto direttamente nella tazza dell'ufficiale. L'ufficiale bevve questo strano tè, dopodiché la donna nascose nuovamente i suoi seni bianchi in un kimono. I ragazzi sono rimasti stupiti. La donna Mizoguchi sembrò prendere vita a Wico. Successivamente, cercando di trovare una spiegazione a ciò che avevano visto, i ragazzi decisero che si trattasse dell'addio di un ufficiale in partenza per il fronte con una donna che aveva dato alla luce un figlio da lui,

Quando la guerra finì e il Tempio non fu più in pericolo, Mizoguchi sentì che il suo legame con il Tempio era spezzato: “Tutto sarà come prima, solo ancora più disperato. Sono qui e il Bello è da qualche parte lì. C'erano più visitatori al Tempio d'Oro e quando arrivarono i soldati delle truppe di occupazione, Mizoguchi guidò un giro, perché tra tutti quelli che vivevano al Tempio, conosceva l'inglese meglio di chiunque altro. Una mattina, un soldato americano ubriaco venne al Tempio con una prostituta. Litigavano tra loro e la donna diede uno schiaffo al soldato. Il soldato si arrabbiò, la buttò a terra e disse a Mizoguchi di calpestarla. Mizoguchi obbedì. Gli piaceva calpestare una donna. Salendo in macchina, il soldato ha consegnato a Mizoguchi due pacchetti di sigarette. Il ragazzo decise che avrebbe regalato queste sigarette all'abate. Lui sarà felicissimo del dono, ma non saprà nulla, e così diventerà complice inconsapevole del male commesso da Mizoguchi. Il ragazzo studiò bene e l'abate decise di fargli del bene. Ha detto che quando Mizoguchi avesse finito la scuola, avrebbe potuto andare all'Università di Otani. È stato un grande onore. Tsurukawa, che avrebbe studiato a Otani a proprie spese, era felice per Mizoguchi. Una settimana dopo, una prostituta venne dall'abate e raccontò come una delle novizie le aveva calpestato i piedi, dopo di che ebbe un aborto spontaneo. L'abate le pagò il risarcimento da lei richiesto e non disse nulla a Mizoguchi perché non c'erano testimoni dell'incidente. Il fatto che l'abate abbia deciso di mettere a tacere il caso, Mizoguchi lo ha scoperto solo per caso. Tsurukawa non poteva credere che il suo amico fosse capace di un atto così atroce. Mizoguchi, per non deluderlo, disse che non esisteva niente del genere. Si rallegrava del male perfetto e della sua impunità.

Nella primavera del quarantasette, il giovane entrò nel dipartimento preparatorio dell'università. Il comportamento dell'abate, che non gli diceva mai niente dopo aver parlato con una prostituta, era per lui un mistero. Non si sapeva nemmeno chi sarebbe diventato il successore dell'abate. Mizoguchi sognava di prendere il suo posto nel tempo, e anche la madre del giovane lo sognava. All'università, Mizoguchi ha incontrato Kashiwagi. Kashiwagi era un piede torto e Mizoguchi, il balbuziente, sentiva che questa era la compagnia più adatta a lui. Per Kashiwaga il piede torto era allo stesso tempo una condizione, una ragione, un obiettivo e il significato della vita. Ha detto che una bella parrocchiana era pazza di lui, ma ha rifiutato il suo amore, perché non credeva in lei. Di fronte a Mizoguchi, si è incontrato bella ragazza da una famiglia benestante e aveva una relazione con lei. A Tsurukawa non piaceva il riavvicinamento tra Mizoguchi e Kashiwagi, avvertì il suo amico più di una volta, ma Mizoguchi non riuscì a liberarsi dal malvagio incantesimo di Kashiwagi.

Un giorno, scegliendo deliberatamente il tempo più uggioso e ventoso, Kashiwagi e la sua ragazza invitarono Mizoguchi e il coinquilino di Kashiwagi a un picnic. Lì, una vicina di Kashiwagi raccontò di un'amica di un'insegnante di ikebana che aveva un amante durante la guerra, dal quale diede alla luce anche un bambino, ma morì immediatamente. Prima di mandare il loro amante al fronte, hanno tenuto una cerimonia del tè d'addio al Tempio Nanzenji. L'ufficiale ha detto che gli sarebbe piaciuto assaggiare il suo latte e lei gli ha versato il latte direttamente nella tazza di tè. E poi, meno di un mese dopo, l'ufficiale è stato ucciso. Da allora la donna vive da sola.

Mizoguchi rimase stupito nel sentire questa storia e ricordò la scena che lui e Tsurukawa avevano visto allora al tempio. Kashiwagi affermava che tutte le sue amiche erano pazze delle sue gambe. Infatti, non appena ha gridato che gli facevano male le gambe, la sua ragazza si è precipitata ad accarezzarle e baciarle. Kashiwagi e la sua ragazza se ne andarono, e Mizoguchi baciò la ragazza rimasta, ma non appena le mise la mano sotto la gonna, il Tempio d'Oro apparve davanti a lui e gli rivelò tutta l'inutilità del desiderio di vita, tutta l'insignificanza del fugace rispetto all'eterno. Mizoguchi voltò le spalle alla ragazza. La sera dello stesso giorno, il capo del Tempio ricevette da Tokyo la notizia della morte di Tsurukawa, che si era recato lì per visitare i suoi parenti. Mizoguchi, che non pianse quando morì suo padre, questa volta pianse amaramente. Per quasi un anno, il suo lutto autoimposto per Tsurukawa continuò. Non parlava quasi con nessuno. Ma un anno dopo, si avvicinò di nuovo a Kashiwagi, che glielo presentò nuova padrona: la stessa insegnante di ikebana che, secondo Kashiwagi, dopo la morte del suo amante, finì in guai seri. Mizoguchi ha assistito al trattamento rude di Kashiwagi nei confronti di questa donna. Ha appena deciso di rompere con lei. La donna corse fuori dalla casa di Kashiwagi in lacrime. Mizoguchi la seguì. Le disse che aveva visto il suo addio al suo amante. La donna era pronta a concedersi a lui, ma dentro ultimo momento il Tempio d'Oro apparve di nuovo davanti al giovane ... Lasciando la donna, Mizoguchi andò al Tempio e gli disse: “Un giorno ti sottometterai a me! Ti piegherò alla mia volontà e non potrai più farmi del male!”

All'inizio del quarantanovesimo anno, Mizoguchi vide accidentalmente l'abate con una geisha mentre camminava. Temendo di non notarlo, Mizoguchi andò nella direzione opposta, ma presto incontrò di nuovo l'abate. Era impossibile far finta di non aver visto Dosen, e il giovane voleva mormorare qualcosa, ma poi l'abate disse con rabbia che non c'era niente da spiare, da cui Mizoguchi capì che anche l'abate lo aveva visto per la prima volta tempo. Per tutti i giorni successivi aspettò un severo rimprovero, ma l'abate rimase in silenzio. Il suo imparzialità fece infuriare e turbò il giovane. Comprò una cartolina con il ritratto di una geisha, che era con l'abate, e la mise tra i giornali che Dosen portò in ufficio. Il giorno dopo lo trovò in un cassetto della sua cella.

Convinto che l'abate nutrisse rancore nei suoi confronti, Mizoguchi iniziò a studiare peggio. Ha saltato le lezioni e al Tempio è arrivata persino una denuncia dall'ufficio del preside. Il rettore cominciò a trattarlo con accentuata freddezza e una volta (era il 9 novembre) disse direttamente che c'era un tempo in cui lo avrebbe nominato suo successore, ma quel tempo era passato. Mizoguchi aveva un desiderio irresistibile di scappare da qualche parte, almeno per un po'.

Avendo preso in prestito denaro da Kashiwagi a interesse, acquistò una tavoletta per la predizione del futuro dal tempio Tateisao Omikuji per determinare il percorso del suo viaggio. Sul cartello lesse che la sfortuna lo attendeva sulla strada e che la direzione più pericolosa era nord-ovest. Fu a nord-ovest che andò.

Nella città di Yura in riva al mare, gli venne in mente un pensiero, che crebbe e acquisì forza, tanto che lei non apparteneva più a lui, ma lui a lei. Decise di bruciare il Tempio d'Oro. La padrona di casa dell'albergo dove alloggiava Mizoguchi, allarmata dal suo ostinato rifiuto di lasciare la stanza, chiamò il poliziotto, il quale, rimproverando paternamente il giovane, lo riportò a Kyoto.

Nel marzo 1950, Mizoguchi si laureò presso il dipartimento preparatorio dell'Università di Otani. Aveva ventuno anni. Poiché non aveva ripagato il debito, Kashiwagi si recò dall'abate e gli mostrò la ricevuta. L'abate pagò il suo debito e avvertì Mizoguchi che se non avesse posto fine ai suoi oltraggi sarebbe stato espulso dal Tempio. Mizoguchi capì che doveva sbrigarsi. Kashiwagi sentiva che Mizoguchi stava escogitando dei piani distruttivi, ma Mizoguchi non gli rivelò la sua anima. Kashiwagi gli mostrò le lettere di Tsurukawa, dove gli confidava i suoi segreti (anche se, secondo Kashiwagi, non lo considerava suo amico). Si scopre che si innamorò di una ragazza che i suoi genitori gli proibirono di sposare e, in preda alla disperazione, si suicidò. Kashiwagi sperava che le lettere di Tsurukawa avrebbero allontanato Mizoguchi dai suoi piani distruttivi, ma si sbagliava.

Sebbene Mizoguchi non studiasse bene e fosse l'ultimo a diplomarsi al dipartimento preparatorio, l'abate gli diede i soldi per pagare il primo semestre. Mizoguchi è andato in un bordello. Non riusciva più a capire: o voleva perdere la sua innocenza per bruciare il Tempio d'Oro con mano ferma, oppure aveva deciso di dargli fuoco, volendo separarsi dalla maledetta innocenza. Ora il Tempio non gli impedì di avvicinarsi alla donna, ed egli passò la notte con una prostituta. Il 29 giugno, la guida ha riferito che l'allarme antincendio nel Tempio d'Oro non funzionava. Mizoguchi decise che questo era un segno inviatogli dal cielo. Il 30 giugno non sono riusciti a sistemare l'allarme, il 1 luglio l'operaio non è venuto e Mizoguchi, gettando alcune delle sue cose nello stagno, è entrato nel Tempio e ha ammucchiato il resto delle sue cose davanti a lui. la statua del suo fondatore Yoshimitsu. Mizoguchi si immerse nella contemplazione del Tempio d'Oro, lo salutò per sempre. Il tempio era la cosa più bella del mondo. Mizoguchi pensò che forse si era preparato così attentamente per l'Opera, perché in realtà non era affatto necessario compierla. Ma poi si ricordò delle parole del libro “Rinzairoku”: “Se incontri un Buddha, uccidi il Buddha, se incontri un patriarca, uccidi il patriarca, se incontri un santo, uccidi un santo, se incontri un padre e mamma, uccidi tuo padre e tua madre, se incontri un parente, uccidi il parente. Solo in questo modo raggiungerai l’illuminazione e la liberazione dalla fragilità dell’essere”.

parole magiche l'incantesimo dell'impotenza gli fu tolto. Diede fuoco ai fasci di paglia che portava al Tempio. Si ricordò del coltello e dell'arsenico che aveva portato con sé. Aveva l'idea di suicidarsi nel terzo livello del Tempio, la Cima del Bello, avvolto dal fuoco, ma la porta era chiusa a chiave e, per quanto ci provasse, non riusciva a buttarla fuori. Si è reso conto che il Top of the Beautiful rifiuta di accettarlo. Sceso, saltò fuori dal Tempio e cominciò a correre ovunque guardassero i suoi occhi. Tornò in sé sul monte Hidarideimonji. Il tempio non era visibile, solo fiamme. Mettendo la mano in tasca, cercò la fiala di arsenico e il coltello e li gettò via: non sarebbe morto. Il suo cuore era calmo, come dopo un lavoro ben fatto.

Voglio iniziare la mia recensione con un antico detto orientale:

Se incontri Buddha - uccidi Buddha, se incontri un patriarca - uccidi un patriarca, se incontri un santo - uccidi un santo, se incontri un padre e una madre - uccidi padre e madre, se incontri un parente - uccidi un parente . Solo allora otterrai l'illuminazione e la liberazione dalla fragilità dell'essere.

Come nessun'altra, questa affermazione corrisponde all'opera del Grande Yukio Mimisa, il cantore della Bellezza, della Bellezza, del Fascino e della Morte. Sì, è proprio la Morte, secondo la filosofia di Mishima, a rendere il Bello ancora più insolito, emozionante e ammaliante. Incredibile dramma psicologico!!

L'autore è interessato fatto reale l'incendio del Tempio d'Oro di Kinkakuji da parte di un monaco novizio nel cinquantesimo anno del secolo scorso. Questo evento ha fortemente scioccato lo scrittore, che era molto emotivo e controverso. la storia, o meglio, la parabola di Mishima, ha origine dall'infanzia di Mizoguchi, il protagonista dell'opera. Dal gioventù suo padre gli ha instillato l'amore per il Bello, lo ha portato al Tempio d'Oro. Nel corso del tempo, Mizoguchi ha sentito la vera essenza della Bellezza, la Rivelazione gli è stata rivelata. In questo personaggio riconosciamo lo stesso Mishima, perché l'immagine gli è stata cancellata.

Circonda il Mizoguchi persone diverse. Questo è il santo padre, con il quale l'eroe è costantemente in conflitto, cercando di nascondere il suo amore per lui. Il migliore amico è Tsurukawa, l'incarnazione della Luce, della Bontà, l'Angelo che guida Mizoguchi lungo il sentiero luminoso. Tuttavia, il buono nel libro viene presentato come molto debole, indifeso: Tsurukawa muore. In contrasto con lui, mettiamo Kashiwagi, una specie di serpente-tentatore, che cerca di coinvolgere Mizoguchi nel mondo mortale della volgarità, della lussuria e dei desideri sporchi umani. Abitua il nostro eroe alla blasfemia, lo sistema con le ragazze, lo convince a saltare le lezioni. Anche questo ragazzo è uno storpio: ha le gambe storte, ma una lingua penzolante, a differenza del balbettante Mizoguchi, e solo idee sataniche. Lui è l'incarnazione del diavolo.

Entrare nel mondo delle passioni umane, impigliato nelle persone e in se stesso, sopravvissuto alla morte di suo padre, migliore amico e fallimenti vita privata, Mizoguchi trova conforto nella contemplazione del Tempio, che in ogni modo interferisce con gli altri suoi pensieri. qualunque cosa faccia Mizoguchi, questo Kinkakuji è sempre davanti ai suoi occhi...

Solitudine, malinconia, delusione nel mondo circostante: tutto ciò si traduce in un'ossessione, in pensieri ossessivi di bruciarsi insieme al Tempio. Questo atto peccaminoso, secondo Mizoguchi, lo libererà dalle catene del Bello, dal peso che non gli permette di vivere come tutte le persone.

Inoltre, Mizoguchi è sicuro che solo distruggendo il Tempio lo renderà per sempre la creazione più bella dell'uomo, si fonderà in un'unica fiamma con la Bellezza, convergerà nell'estasi e si libererà...

Questo è quello che fa alla fine del libro, ma, seduto sotto un albero, accendendosi una sigaretta e dicendo: "Vivremo ancora", l'eroe alla fine distrugge la sua anima. Davanti a noi non c'è più il giovane di cui osservavamo l'angoscia mentale...

Mishima presta grande attenzione all'erotismo. Ma qui non c'è volgarità, anzi: l'erotismo nell'interpretazione dell'autore è qualcosa di sublime, raffinato, indissolubilmente legato alla Morte. Non c'è da stupirsi che Mizoguchi visiti due volte la prostituta Mariko: sta cercando l'incarnazione della sua idea di questo atto di nobili sentimenti. qual è la sua delusione quando lo scopre fatto orribile: il mondo delle persone è governato da sentimenti vili, desideri, lussuria. Le persone sono interessate al cibo, al sesso, all’abitazione, al lusso. Non importa quanto l'anima si sforzi per il Bello, “stupido organi interni voglio mangiare tutto il tempo." L'involucro del corpo è solo una catena, una catena che trattiene gli impulsi dell'anima...

Prosa meravigliosa, raffinata, sincera... Deve essere sentito, compreso, perché questa è l'opera fondamentale di Mishima, in cui ha annunciato per la prima volta le sue idee.

PS qualche anno dopo aver scritto il Tempio, Mishima si fa Harakiri (sepuko). Questo atto è un rifiuto del mondo, che non è in grado di percepirlo. Come Mizoguchi, il suo eroe, Mishima si distrugge. L'unica differenza è che il Tempio Kinkakuji è stato ricostruito, il suo aspetto originale è stato ricreato, ma ora non è più possibile restituire una persona... Possiamo solo goderci i suoi numerosi capolavori...

Punteggio: 10

Qui non è stato tirato per la lingua, quando è stato detto per bocca di uno dei personaggi:

- "Lo spettacolo della sofferenza e del sangue, i gemiti morenti di un vicino insegnano a una persona l'umiltà, rendono la sua anima più sottile, luminosa e morbida".

Ciò significa che se i lettori potessero vedere con i propri occhi come il signor Mishima gli squarcia lo stomaco e poi perde la testa, in cui brulicano tali pensieri, allora anche le loro anime diventerebbero più sottili, luminose e morbide?

In generale, da molto tempo non mi imbatto in un libro in cui le idee espresse avrebbero causato un rifiuto e un rifiuto così netti da parte mia. Pensieri incredibilmente sporchi sono espressi in esso con eccezionale eleganza, i detti, che Caligola sottoscriverebbe volentieri, sono presentati come un esempio di raffinati giudizi filosofici, e la negazione del Bello, l'appello a calpestare il Bello nel fango, ammirando il sacrilegio, l'adorazione del Male sembra indicare la più profonda conoscenza della psicologia umana...

Infatti, l'unica persona, nella psicologia di cui Mishima capiva, era se stesso. E dentro una persona a cui solo miracolosamente non è stato assegnato il Premio Nobel, dentro un superuomo, dentro un samurai e un esteta...

C'era il vuoto più ordinario...

C'era un senso di insignificanza...

Si è capito che la capacità di comporre frasi senza intoppi dalle parole in modo tale che i golosi prendessero questo prodotto per il fenomeno di un nuovo Nietzsche non è in grado di dare alla vita almeno un significato.

E così Mishima cercò un significato nella morte. Nella negazione di quelli che comunemente vengono chiamati valori umani universali:

"Non c'è differenza tra il sentimento più nobile e quello più vile, il loro effetto è lo stesso, e anche il desiderio di uccidere è indistinguibile dalla compassione più profonda."

Inoltre, "l'eterna esistenza del Bello oscura e avvelena la nostra vita", e quindi, non è meglio ammirare le viscere umane ancora calde, non è meglio capovolgere una persona ...

Questo è davvero un capolavoro. Un'espressione concentrata del Male a cui l'uomo si è piegato nel XX secolo. È solo che alcuni di loro hanno preso le armi al servizio del Male, mentre altri gli hanno regalato il loro genio della scrittura...

Punteggio: 10

Questo romanzo introspettivo continua il tema dell'esplorazione degli "emarginati", così vicini all'autodistruttore Mishima. Il “Tempio d’Oro” è psicoanalitico in senso elevato; qui, in modo confessionale, si rivelano vive passioni umane gravitanti verso il paradosso.

Il loro scambio inizia con il motivo più forte dell'isolamento dal bello: prima il narratore stesso, tagliato fuori dal suo aspetto fisico dal calore del dialogo umano, dalla conoscenza reciproca, e poi - il tempio di Kyoto Kinkakuji separato dall'eroe per un certo periodo da catene montuose. Quando il narratore si avvicina al tempio, tuttavia, non vi è alcun riavvicinamento tra loro. Ciò è inizialmente ostacolato da una visione idealistica astratta; il carattere codardo di Mishima ha paura di una lite di fantasie immaginabili con un vero santuario. Questa paura tiranneggia la mente di Mizoguchi non invano, eppure alla fine si innamora di un vero edificio dall'assurda miscela di stili - forse perché lui stesso è ambiguamente complesso? La bellezza diventa per Mizoguchi la costola del meglio collettivo, nato dall'umanità, e il Tempio stesso diventa il centro di attrazione della passione e, allo stesso tempo, quel rifugio degli Alienati, di cui molto si è detto nell'arte. Tuttavia, questa specifica forma di amore richiede una spiegazione, poiché si trasforma in una configurazione maniacale della passione.

Molti recensori hanno parlato di culto cieco del male, ma penso che gli atti marci di Mizoguchi e il desiderio ossessivo di violenza siano condizionati Di più dramma che accompagna atti di tradimento, vandalismo e autodistruzione, piuttosto che il valore morale atto. Vediamo questo fenomeno nei bambini che vivono nei loro pensieri sulla morte e sulla reazione dei propri cari ad essa di fronte all'oppressione (come Mark Twain ha brillantemente descritto nel suo ciclo sull'ottimista Tom Sawyer). E nell'adolescente Mizoguchi questo sentimento è solo un po' forzato. Non è un segreto che le fantasie tanatiche abbiano dominato lo stesso Mishima dall'infanzia fino alla sua morte. E una delle leve percussive dell'incremento degli impulsi alla morte si annida nella cultura giapponese, piena di ricorrenti (ed estremi) scoppi di emozioni - con tutta la 'morbidezza' esteriore dell'etnia. Yujiro Nakamura ne ha parlato nel suo libro “Il male e il peccato in”. Cultura giapponese', e professore dell'Istituto culture orientali Alexander Meshcheryakov ha analizzato in “L’abolizione del corpo” gli antichi rituali shinju, glorificati nei primi tempi Drammaturgia giapponese. E come potrebbe essere altrimenti in un ambiente di collettivismo conglomerato, un ambiente in cui l’espressione pubblica delle emozioni non è incoraggiata?

Spoiler (rivelazione della trama)

“Mi sono letteralmente ubriacato al solo pensiero che una sola fiamma avrebbe potuto distruggerci entrambi. La comunanza della maledizione lanciata su di noi, la comunanza del destino tragico e ardente mi ha dato l'opportunità di vivere con il Tempio in una dimensione. Sebbene il mio corpo sia brutto e fragile, è composto dello stesso carbonio combustibile della carne solida del Tempio d'Oro.

Quando nel novembre del 1944 i B-29 americani iniziarono a bombardare Tokyo, anche noi a Kyoto ci aspettavamo un attacco di giorno in giorno. È diventato il mio sogno segreto: vedere l'intera città in fiamme, avvolta dal fuoco. Kyoto ha mantenuto intatti i suoi antichi tesori per troppo tempo, tutti questi innumerevoli templi e santuari si sono dimenticati del fuoco e delle ceneri che un tempo facevano parte del loro essere. Ricordando come la ribellione di Onin rase al suolo la città, ho pensato: invano Kyoto ha evitato per tanti secoli i fuochi della guerra, perdendo così una parte della sua bellezza unica.’

Questa sezione riflette il senso di "bello" di Mizoguchi: veramente bello ha un valore particolare perché rischia di scomparire. Molte persone sono eccitate dai sentieri morti dello spazio, o dal miracolo abiotico - saturo d'acqua, il nostro pianeta vivente - rispetto alle rovine delle civiltà passate (anche se sono solo per tale egoismo antropocentrico)? La fragilità, ovviamente, conferisce all'oggetto un valore speciale e aggiuntivo. Cosa succede se il tempio viene distrutto? Perché, tutto ciò che resta di lui sono i ricordi romanticamente abbelliti di persone come Mizoguchi! Paul Valéry diceva che “…l’uomo è più complesso, infinitamente più complesso del suo pensiero.”; ma non è più difficile della creazione stessa delle mani umane: un pensiero, un'idea di creazione? L’idea che in forma concettuale spesso risulta essere infinitamente più perfetta dell’incarnazione reale della Cosa?..

Ma la brama di bruttezza di Mizoguchi non si limita a questo: semplicemente non trova possibile per se stesso vivere con un'aura nobilitata di bellezza. Mizoguchi ha un aspetto sgradevole; inoltre non ha forza spirituale e coraggio (ironicamente, non li ha per ribellarsi a una visione del mondo così decadente). Ma lui, come chiunque altro, vuole che le sue azioni abbiano un valore, anche il valore delle antiparticelle fissili.

Kashiwagi è ritratto dal crogiolo di vizi del suo “compagno”. Mentre i difetti di Mizoguchi non sono troppo convessi - avendo, tuttavia, un peso significativo per chi lo indossa, nel caso di Kashiwagi il mondo generalmente si chiude sulla propria bruttezza - e se non su se stesso, allora è costretto a farlo da uno storpio zoppo. La bruttezza è il pannello operativo della realtà di Kashiwagi; quindi, in ogni caso, lo presenta ridendo. Ma la cosa veramente divertente è questa: solo una presentazione competente appiana i difetti del matrimonio, rendendo l'oggetto vitale non per un difetto, ma nonostante esso. Kashiwagi, un misantropo bloccato dalla ferita, non lo ammette a se stesso; qui Mizoguchi dovrebbe mettersi alla prova, ma, come sempre, evita il combattimento. E poi Tsurukawa muore - e per Mizoguchi questa morte non è di buon auspicio solo per lo sviluppo della personalità.

Tuttavia, non si dovrebbe bestemmiare solo Kashiwagi; per aver assorbito Mizoguchi oscuro e immorale, è responsabile al massimo per metà, spingendo solo il suo burattino balbettante. Le donne colpite dalle manipolazioni di Kashiwagi dovrebbero generalmente essere private di simpatia; furono ugualmente acquistati dal suo carisma psicodromico.

Mizoguchi è costretto a fare smorfie nella performance di punta: la sua vita; non riesce a scoprire la dolorosa trasformazione della sua mente, e quindi difficilmente può essere sincero con nessuno. Quasi ogni parete del dialogo è accompagnata da commenti 'fuori campo' di Mizoguchi, che spiegano, ad esempio, l'interpretazione inversa delle sue parole da parte dell'interlocutore. Ma ancora una volta: cosa tuttavia lo spinse al sacrilegio? Questa è la dissonanza di un tempio-faro altamente spirituale con vita reale e le persone (incluso lo stesso Mizoguchi, che è pieno di difetti); non è infatti un caso che l'unità nella morte con il tempio lo faccia così tremare. Questa è gelosia per la bella, che ha evitato Mizoguchi. E questa è la natura drammatica della morte: il controllo figurativo dello zenit della cappella che suona a lungo.

Spoiler (rivelazione della trama) (cliccaci sopra per vedere)

La schizofrenia progressiva probabilmente influisce sulla causa modellata - dopotutto, il romanzo, nella sua essenza, è una sistemazione di un vero atto di sabotaggio di Hayashi Yokan. Mishima si dimostrò estremamente ostinato nella ricognizione delle informazioni sul caso e, in particolare, riuscì a far visita a Yokan in prigione, motivo per cui il libro minimizza la distanza tra finzione e un incendio doloso.

Il “tempio” è diventato un continuum dell’incommensurabilità di una singola persona. Questo è il grande pregio e allo stesso tempo il 'peccato originale' del romanzo, fissato su un personaggio infinitamente complesso, ma schiavo di un'iperidea (componente ripiegata). Ancora non capisco l'attenzione di un lettore così attento a quest'opera dei giapponesi - che senza dubbio gli richiedevano un genio, ma, secondo me, non merita lo status romanzo centrale. Ripensando alla morte dell'operetta dello scrittore, il romanzo acquisisce un'allarmante qualità pre-autobiografica - dopo tutto, il trionfante narcisista Mishima, come il suo eroe, ha spietatamente distrutto il "tempio d'oro" del suo corpo e della sua mente, perdendo la battaglia con intenzioni suicide.

Punteggio: 7

Il romanzo è basato su evento reale- infatti, nel 1950, un novizio buddista bruciò il tempio Kinkaku-ji, il più famoso di Kyoto. Mishima ha appena spostato la data all'inizio Guerra di Corea, beh, e, ovviamente, ha ricreato un certo Mizoguchi, proprio questo piromane.

Secondo me, il "Tempio d'Oro" non è tanto pezzo d'arte, quanto costa un trattato sul buddismo Zen e sull'illuminazione alquanto peculiare raggiunta da Mizoguchi. Quasi tutta l'azione si svolge in un tempio buddista, quasi tutti i personaggi sono novizi, monaci e mentori. Tutto ciò che accade ha una doppia spiegazione: sia come eventi ordinari della vita, sia come pietre miliari sul Cammino verso il Satori.

Come dice il libro di testo sul Buddismo Zen: "Se pensi di capire lo Zen, allora non hai capito nulla, e se pensi di non capire nulla, allora hai compreso lo Zen". Capisco lo Zen e penso quello che vuoi.

In realtà, l'intero libro è una raccolta di koan alterati e mascherati e della loro interpretazione. Solo il koan su Nansen che uccise il gatto è doppiato, il resto è semplicemente sparso nel testo sotto forma di storie (ad esempio, il famoso koan sul cane è nel cane che Mizoguchi portò in giro per Kyoto e portò al Insegnante). E anche Mishima aggiunge quanto già descritto più volte primi libri l'idea che la bellezza sia una forza terribile che corrompe coloro che la adorano.

Uno vecchio maestro disse: " Una persona comune guarda il mare, le montagne, il cielo e vede che è solo mare, montagne e cielo. Un novizio che ha cominciato a studiare lo Zen guarda il mare, le montagne, il cielo e vede che non è solo il mare, non solo le montagne e il cielo, ma qualcos'altro. E un maestro Zen guarda il mare, le montagne, il cielo e vede solo il mare, le montagne e il cielo”. Il Tempio d'Oro può essere letto semplicemente come un libro sul Giappone degli anni Quaranta, come la storia di un ragazzo che ha bruciato un bellissimo tempio, sui pensieri che lo hanno portato a questa idea (Act, come lui stesso la chiama). E puoi leggerlo come una parabola a più livelli secondo cui il risveglio può assumere una tale forma, essere espresso in un tale atto. Può anche essere letta come una terribile profezia sul percorso di Kimitake Hiraoka, terminato il 25 novembre 1970 con il suo "incendio del tempio".

C'è anche un modo distaccato di narrare (ovviamente, una delle caratteristiche principali dello stile di scrittura di quasi tutti Scrittori giapponesi) mi ha davvero infastidito. Non riesco nemmeno a spiegare il motivo. Probabilmente perché la maggior parte tutto ciò che Mishima ha scritto (senza dubbio molto talentuoso, originale, originale e in un certo senso è riuscito davvero a riflettere nel suo lavoro numerosi "scarafaggi" nella mente dei giapponesi dopo un'umiliante sconfitta in guerra) - questo è un modo per non impazzire e porre fine prima del tempo al suicidio della vita. Fino all'età di quarantacinque anni, in qualche modo "è durato", il che, probabilmente, per i suoi standard, non è male. È solo incomprensibile il motivo per cui il lettore delle sue opere (e il "Tempio d'Oro" in un certo senso è la loro quintessenza) debba tuffarsi ancora e ancora nell'abisso della follia di questo autore. Non riesco affatto a immaginare cosa si possa ricavare da questo lavoro di “positivo” (a parte la conoscenza del lavoro dello scrittore). In tutti i sensi.

Dal mio punto di vista, per comprendere la “filosofia della morte” giapponese, è molto più sano leggere Akutagawa o Kobo Abe(A proposito, anche Murakami andrà).

Punteggio: 5

Se vuoi capire che tipo di bestia è la buona letteratura giapponese, non hai bisogno di leggere H. Murakami, leggi Mishima: tutto è qui e filosofia e bellezza atteggiamento nei confronti della vita e della morte. Lo stile è oltre ogni lode. Ma leggere il "Tempio d'oro" richiede un certo sforzo e non tollera confusione. Ma se va, "si intrufola" più fresco di qualsiasi orrore.

Grigorij Chkhartishvili.

La vita e la morte di Yukio Mishima

o Come distruggere il Tempio

IO

...cap. i personaggi della maggior parte dei romanzi di M. risultano essere fisicamente o psicologicamente paralizzati, sono attratti dal sangue, dall'orrore, dalla crudeltà o dal sesso pervertito ... L'ideologo dei circoli di estrema destra, M. ha sostenuto la rinascita delle tradizioni lealiste , predicava idee fasciste...

Grande Enciclopedia Sovietica. 3a edizione

Il 25 novembre 1970, il famoso scrittore Yukio Mishima, che più volte stupì il pubblico giapponese con le sue eccentriche buffonate, mise in scena l'ultima della sua vita e questa volta per nulla innocua. Tentò di sollevare una ribellione in una delle basi di Tokyo delle Forze di Autodifesa, esortando i soldati a opporsi alla "costituzione pacifica", e quando la sua idea fallì, lo scrittore si tolse la vita in un modo medievale di hara-kiri. ..

Quasi tutti coloro che hanno scritto su Mishima sono stati costretti a iniziare, per così dire, dalla fine, dai tragici eventi del 25 novembre. E questo non è solo un mezzo per suscitare l'interesse del lettore: dopo la sanguinosa performance andata in scena nella base militare di Ichigaya, non è più possibile vedere il fenomeno Mishima se non attraverso il prisma di questa giornata, che ha chiarito molto di ciò che prima sembrava incomprensibile, per dirla ogni cosa al suo posto.

Yukio Mishima aveva quarantacinque anni. Durante la sua breve vita, è riuscito a fare una quantità incredibile. Quaranta romanzi, quindici dei quali girati prima della morte dello scrittore; diciotto opere teatrali messe in scena con successo nei teatri giapponesi, americani ed europei, dozzine di raccolte di racconti e saggi: questo è il risultato impressionante di un quarto di secolo di opera letteraria. Ma gli interessi di Mishima erano davvero vasti e non si limitavano alla sola scrittura. Fu regista teatrale e cinematografico, attore e diresse un'orchestra sinfonica. Era impegnato nel kendo ("la via della spada" - l'arte della spada nazionale), nel karate e nel sollevamento pesi, ha volato su un aereo da combattimento, ha viaggiato intorno al mondo sette volte ed è stato nominato tre volte tra i più probabili contendenti per il Premio Nobel. Infine, negli ultimi anni della sua vita, molte voci provocarono la sua fanatica passione per l'idea del monarchismo e delle tradizioni dei samurai; creò e mantenne a proprie spese un'intera organizzazione paramilitare: "l'esercito giocattolo del Capitano Mishima", come lo chiamava la stampa beffarda (dopo la morte dello scrittore, la Shield Society cessò immediatamente di esistere).

È interessante notare che, nello stesso Giappone, il terribile atto di addio del 25 novembre è stato considerato un atto politico solo dall’estrema destra, che aveva bisogno di un simbolo eroico per attirare i giovani nelle loro file. I nazionalisti, che durante la vita di Mishima lo trattavano con sospetto e perfino con ostilità, non leggevano i suoi libri, dichiararono subito lo scrittore portatore dello "spirito del vero samurai" e celebravano ogni anno l'anniversario della sua morte.

Ancora più clamore attorno alla morte di Mishima deliziarono gli ideologi sovietici: interpretata in un certo modo, questa storia si integrava perfettamente con l'immagine del mondo esterno, animale pericoloso per la Terra del socialismo vittorioso. In America infuriava il Ku Klux Klan, in Grecia - "colonnelli neri", in Germania - cercatori di vendetta, e qui il "samurai fascista" Mishima si è rivelato molto utile. Articoli apparsi su Pravda (Nell'ebbrezza dei samurai), Krasnaya Zvezda (Eredi dei samurai), è stato effettuato un rimescolamento, ristampato da molti giornali in tutto il Paese: “Il cosiddetto“ suicidio ”di Mishima non è avvenuto per caso. È un prodotto della politica di militarizzazione perseguita dalla reazione americano-giapponese…”. Dopodiché, c'è da meravigliarsi che le opere dello scrittore abbiano cominciato ad essere tradotte in russo con molti anni di ritardo, e il suo nome per molti anni è stato al centro della discussione della città tra i propagandisti nazionali ed internazionali?

II

... C'è bellezza a Sodoma? Credi che lei sia seduta a Sodoma per la stragrande maggioranza delle persone: conoscevi questo segreto o no? La cosa terribile è che la bellezza non è solo una cosa terribile, ma anche misteriosa.